Politica

Auto blu, alla Consulta sono più dei giudici. In tutta Italia ​ne restano 30mila. E ​al censimento ​manca il 40% degli enti

Il caso del giudice Zanon indagato per peculato perché faceva usare l'auto alla moglie riaccende i riflettori sulla storica battaglia allo spreco. E si scopre che proprio alla Consulta si viaggia in prima classe con 22 autisti e 21 vetture (più una del presidente e un'altra per il segretario). A giorni il nuovo censimento della Funzione Pubblica: ma all'appello mancano 4mila amministrazioni

La Consulta alla fine respinge le dimissioni del giudice che, da vero galantuomo, lasciava l’auto di servizio e i buoni carburante a disposizione della moglie. Niente di strano, in fondo, visto che la Corte Costituzionale ha più auto blu che giudici. Sembra incredibile ma è così. I giudici sono 15 e viaggiano in prima classe grazie a 22 autisti e 21 auto blu, tre delle quali per le esigenze fuori sede e una di riserva, una per il presidente per le sole cerimonie di Stato, una per il segretario. Più un furgoncino e una Panda per le spedizioni postali in giro per la città. È in questa abbondanza di mezzi che va inquadrata la vicenda del giudice Nicolò Zanon finito sotto indagine per peculato che riaccende i riflettori sul bene-simbolo della lotta agli sprechi della Casta: le famigerate auto blu. A giorni uscirà il nuovo censimento a cura del Formez per la Funzione pubblica. I dubbi, anche vista la vicenda di cui sopra, permangono.

Dopo un promettente effetto iniziale, in termini di conoscenza dei beni allocati e di riduzione dei parchi auto, l’azione conoscitiva e razionalizzatrice dello Stato si è come fermata e la voce di spesa sembra finita nel novero di quelle “non comprimibili”: alla stretta resiste infatti uno zoccolo duro di 30.556 auto blu, ad uso esclusivo e non, sparpagliate nei parcheggi di oltre 10mila amministrazioni. Ma sono anche di più, se si considera che oltre 4mila enti pubblici, circa il 40%, si rifiutano di comunicare i propri dati. Per fortuna, si fa per dire, sono perlopiù di piccoli comuni che non eccederanno il tetto delle 5 vetture introdotto tre anni fa. In ogni caso è significativo che lo Stato non sappia ancora oggi quante auto blu ha in circolazione, dopo tutte le battaglie contro l’odiato privilegio.

La beffa nasce anche dall’indeterminatezza delle sanzioni che sono state previste per legge e mai realmente comminate. La legge del 2014 che imponeva le riduzioni dice che gli inadempienti “non possono effettuare  spese complessive annuali di ammontare superiore al 50% del limite di spesa previsto per l’anno 2013 per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di  autovetture, nonché per  l’acquisto  di buoni taxi”. Ma non si ha notizia di provvedimenti assunti su questo frangente dalla Corte dei Conti.

La Consulta, dove è deflagrato il caso Zanon anche stavolta non sarà nel censimento. Era assente nei due precedenti. Perché mai? Perché è un organismo di rango costituzionale e come tale non procede all’invio telematico dei dati in suo possesso. “Perché non ce li chiedono”, rispondono dalla Consulta facendo notare che nel 2010-2011 a richiesta erano stati forniti. Vero è che basta chiamare e quel che nel censimento di Stato non è scritto magicamente salta fuori.  Si apprende così che la Corte ha un parco auto con autisti di tutto rispetto, tanto da vere più auto che giudici. Siamo a 19 a 14 (un giudice è vacante). Quanto costa la macchinina?

Detto che le auto nel 2010 erano 49 e non 23, il professor Roberto Perotti cinque anni fa azzardò una stima: 750 euro al giorno per ogni giudice. Quella stima, si scopre dopo anni di “spending”, era a dir poco prudente. Il professore faceva i conti su 200 giorni lavorativi senza tener conto delle “settimane bianche”, cioè del fatto che i giudici da 70 anni a questa parte fanno una settimana di udienze e una in cui redigono a casa le loro impegnative sentenze (quindi senza bisogno, almeno teoricamente, dell’auto).

Nell’ultimo bilancio di cassa la voce “noleggio assicurazione, manutenzione e spese di funzionamento autovetture” vale 496mila euro cui bisogna aggiungere la spesa per i 22 autisti che lavorano su turni, con compensi variabili a seconda del livello. Ipotizzando prudenzialmente un costo per lo Stato di 50mila euro lordi ad autista, il conto arriva a 1,6 milioni l’anno. Tanto valgono i benefit su gomma che vengono così leggermente concessi alla moglie di turno, senza contare benzina e pedaggi che gli vengono rimborsati a fronte di uno stipendio di 360mila euro lordi l’anno, mille euro al giorno. Stando così le cose non ha poi tutti i torni lo Zanon di turno: visto quanto costa l’auto blu che gli viene concessa ai giudici, lo spreco è non farla usare alla moglie.