Elezioni Politiche 2018

Elezioni a Bologna: qui facce tristi, facce allegre. Ognuno vive il suo dramma personale

Lunedì di lavoro.
Piove.
Tempo di merda, ma almeno non c’è il gelicidio.

Facce tristi.
Facce allegre.
Ognuno vive il proprio dramma personale o la propria gioia e il cervello si dimostra per l’ennesima volta un oggetto meraviglioso.

La città in cui vivo ha fatto il proprio dovere e ha premiato Pierferdinando Casini, baluardo della sinistra che resiste al non nuovo che avanza. C’è malcelato entusiasmo (o mesto stupore) per l’inconsistenza di LeU (e dire che si vedeva) e soprattutto di Emma Bonino che ha pagato lo scotto di non chiamare il suo gruppo +Africa al posto del poco efficace +Europa che fa molto Junker. Brutta sensazione per Berlusconi, ma già da ieri lo si era un po’ capito: vedere il leader di Paese Scarpa spaventarsi di fronte a una figa che balla sui tavoli non è stato certo un bel segnale. E la gente lo ha capito, ha colto la debolezza, comunque la sua coalizione ha vinto, come ha vinto la Lega che tatticamente ha tolto NORD dal simbolo e così anche i meridionali che vivono al nord, li hanno potuti votare.

E alla fine loro, i veri vincitori, il Movimento 5 Stelle. Sono stati bravi, va detto, ma sono stati ancor più bravi quelli che li hanno contrastati con tutti i mezzi possibili dicendo: eh ma quelli lì non sanno governare, quello lì sbaglia i congiuntivi, avete visto a Roma la Raggi? Ma io dico, se uno non abita a Roma, cosa gliene frega di cosa faccia il sindaco a Roma? E allora il sindaco di Novara? Quello di Verona? Quello di Modena? Quello di Campobasso? Vedete che se non abitate lì non ve ne frega niente neanche a voi di come gestisca una città un sindaco? Della Meloni e di tutti gli altri che non nomino, non sto nemmeno a parlarne che di inconsistenza ne ho già parlato abbastanza per LeU e +Europa.

E adesso? Si chiederà il preoccupato o l’entusiasta di turno. E adesso niente. Mattarella prenderà qualche fiala di ricostituenti e in una maniera o nell’altra proverà a non far governare il M5S. È questa, come direbbero i #vabanacaghèr manager, la sua mission. E se non ce la fa? Domanda l’ansioso. E se non ce la fa, gli stellati governeranno insieme a qualcun altro e nel giro di qualche mese arriverà la Troika e farà lei le riforme. Ma dopo l’estate. Vuoi non far andare la gente in vacanza per ‘ste cose? E poi ci sarà l’allerta caldo, no, no. Se ne riparlerà in autunno. Ecco, “Troika in autunno”, è anche un bel titolo o perché no, “Troika dopo la befana”. Che forse è pure meglio.