Società

Molise, la startup delle mamme in mobilità per rilanciare l’azienda abbandonata: “Rivogliamo la nostra vita”

Teresa Ascione, 45 anni, insieme ad altre undici mamme è alla testa di CreAzioni Moda, nata per rilanciare Ittierre, azienda di abbigliamento per la quale ha lavorato per più di 25 anni. Il loro progetto è stato accolto con scetticismo dal territorio e da parte delle istituzioni non è arrivato nessun aiuto. "Pensiamo positivo, ma le difficoltà sono tante"

Per metà della sua vita questa è stata la sua seconda casa. E ora non vuole andare via. Teresa Ascione ha 45 anni ed è molisana. Per più di 25 anni ha lavorato all’Ittierre, azienda leader nella produzione di abbigliamento e accessori di alta qualità con sede a Pettoranello del Molise, 452 abitanti in provincia di Isernia. Dopo la crisi, la mobilità e la chiusura dell’impianto, Teresa guida la battaglia insieme ad altre 11 mamme per rilanciare l’azienda abbandonata. Si chiama CreAzioni Moda ed è la startup innovativa nata dalla vecchia struttura: “Ce la stiamo mettendo tutta”, raccontano.

La crisi dell’Ittierre viene da lontano. Nel 2009 la richiesta di amministrazione straordinaria, la nomina di tre commissari e la cessione a nuove società: passando per la riduzione dell’organico (da 900 a 600 dipendenti), il concordato in bianco, gli arresti e la cessazione delle attività. “L’idea di ricominciare ha preso corpo nel gennaio del 2015 – racconta Giorgio Gagliardi, responsabile del progetto Laboratorio Moda Molise all’interno del quale è nata CreAzioni Moda – Ricordo ancora il primo incontro, quando abbiamo deciso di costituire un’associazione e pensare al recupero e alla valorizzazione di un’azienda leader. Un percorso vissuto con orgoglio e senso di appartenenza, mettendo al centro le competenze delle maestranze”.

Prevediamo a regime un’occupazione tra le 15 e le 20 unità

Gli ex dipendenti in mobilità così non si sono dati per vinti. Nel 2017 è stata lanciata una campagna di crowdfunding online, ricevendo solo 10 euro: “Abbiamo raccolto poco – sorride Giorgio –. Ma abbiamo avuto il merito di coinvolgere sul tema un qualificato partenariato scientifico come università e centri di ricerca del territorio, con i quali sono stati avviati percorsi di innovazione di processo e di prodotto per il settore. Come ad esempio le colorazioni naturali dei tessuti”.

Alla base della nuova startup c’è il tema del ‘reshoring’, che si sviluppa con la creazione di una rete di imprese. In più Giorgio si batte per sensibilizzare l’intera comunità sul concetto del ‘riuso temporaneo’ dell’area ex-Ittierre, attualmente abbandonata, legandolo alla valorizzazione di un edificio, di una storia industriale, di un patrimonio di competenze moda. “Vorremmo creare un luogo – insomma – dove i giovani stilisti privi di attrezzature possano realizzare i propri sogni e le proprie collezioni”, aggiunge Luisa Del Vecchio, consigliera nazionale CNAFederModa.

La reazione del territorio è stata caratterizzata da generico consenso, ma con scetticismo. Da parte delle istituzioni c’è stata “comprensione e supporto”, “ma non soldi – specifica Giorgio – Il nostro progetto non ha mai ricevuto alcuna forma di contributo. Se però avessimo potuto puntare su una somma come 20mila euro avremmo potuto definire gli accordi con le università per sviluppare tutto più velocemente”. Va detto, a riguardo, che proprio attraverso la lunga campagna di sensibilizzazione si è riusciti oggi a coinvolgere un investitore privato e ad ottenere il sostegno di ‘Microcredito per l’Italia’.

Un percorso vissuto con orgoglio e senso di appartenenza, mettendo al centro le competenze delle maestranze

In due anni di attività il laboratorio didattico ha coinvolto 11 maestranze, tutti ex dipendenti della Ittierre. Da qui prende vita la startup innovativa CreAzioni Moda. “Prevediamo a regime un’occupazione tra le 15 e le 20 unità con possibili (e significative) positive sorprese”, continua Gagliardi. L’attività della startup sarà orientata alla realizzazione di linee prodotto 100% made in Italy in grado di raccontare una storia fatta di un luogo simbolo per la moda. Con la definizione del microcredito si avvierà inoltre la realizzazione dei prototipi colorati naturalmente e si sperimenteranno i primi approcci con il mercato.

“Provo rabbia, delusione e amarezza. Dopo 25 anni non mi sembra vero: non mi capacito che sia finita” racconta, commossa, Ida Pacifico, mamma ed ex maestranza. La cooperativa è composta da diversi profili professionali: tra i soci ci sono significative esperienze nel campo della formazione e consulenza, oltre al gruppo delle ex maestranze Ittierre. Il futuro? “Lo vediamo positivo, pur tra le tante difficoltà che ci attendono. Abbiamo fatto, senza contributi, un grande lavoro. Ora si intravedono più chiaramente i percorsi, le cose si fanno più difficili – continua Gagliardi – ma c’è grande consapevolezza e immutata volontà”. I primi mesi della nuova startup saranno fondamentali. “Speriamo tra un anno di confermare le aspettative – concludono le mamme in coro – Vogliamo riprenderci la nostra vita in mano”.