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#Metoo, il regista Michael Haneke: “Questo nuovo puritanesimo colorato di odio mi preoccupa”

Il regista austriaco, due volte Palma d'oro, dice: "Trovo che questo isterico pregiudizio che si sta diffondendo sia assolutamente disgustoso. E non voglio sapere quante di queste accuse relative a incidenti avvenuti 20 o 30 anni fa siano principalmente dichiarazioni che hanno poco a che fare con l’aggressione sessuale”

#Metoo è una caccia alle streghe dallo stampo medioevale. L’ultima critica al movimento di protesta contro le molestie e le violenze sessuali sulla donna arriva dal regista austriaco Michael Haneke.  “Questo nuovo puritanesimo colorato di odio verso gli uomini, formatosi immediatamente dopo all’apparizione del movimento #MeToo, mi preoccupa”, ha spiegato il due volte vincitore della Palma d’Oro a Cannes in un’intervista rilasciata al quotidiano austriaco Kurier. “Come artisti stiamo iniziando ad avere paura davanti a questa crociata contro ogni forma di erotismo”. Haneke ha poi ricordato che qualsiasi atto di “violenza carnale o atto di coercizione” dovrebbe essere punibile, ma poi è tornato sul punto centrale della sua critica: “Trovo che questo isterico pregiudizio che si sta diffondendo sia assolutamente disgustoso. E non voglio sapere quante di queste accuse relative a incidenti avvenuti 20 o 30 anni fa siano principalmente dichiarazioni che hanno poco a che fare con l’aggressione sessuale”.

“Tutto ciò non ha niente a che vedere con il fatto che ogni violenza sessuale – sia contro donne che contro uomini – dovrebbe essere condannata e punita. Ma la caccia alle streghe dovrebbe essere lasciato ai tempi del Medioevo”. L’autore di Funny Games ha quindi sostenuto che un film come il dramma erotico di Nagisa Ôshima Ecco l’impero dei sensi (1976), che all’epoca suscitò polemiche per aver incluso scene di sesso non simulate, non si sarebbe potuto realizzare oggi “perché i classici finanziatori istituzionali non lo permetterebbero, anticipando la sottomissione a questa forma di terrore”.

Infine una stoccata alla conclamata procedura d’urgenza con cui sono stati cancellati in film già girati o in nuove produzioni già in cantiere, la presenza di attori accusati di molestie come Kevin Spacey e Ed Westwick: “Gli attori sospetti sono tagliati fuori da film e serie TV per non perdere audience. Ma dove viviamo? In un nuovo Medioevo?”. Le parole di Haneke fanno eco a quelle esposte nella lettera aperta dalle 100 donne del cinema francese, pubblicata su Le Monde nel gennaio 2018, dove il movimento #MeToo veniva descritto come un’ “ondata di purificazione” che aveva “costretto gli uomini ad essere allontanati dal loro lavoro” quando tutto ciò che avevano fatto era stato “soltanto toccare un ginocchio di qualcuno o provare a rubare un bacio”,