Diritti

Lampedusa, denuncia del Garante dei detenuti sull’hotspot. Dalle condizioni inaccettabili ai fogli di via: “Da un’isola?”

“Ho disgraziatamente trovato le stesse condizioni e criticità che avevo visto un anno fa, come ad esempio sulle lunghe permanenze in un centro che invece dovrebbe al massimo tenere le persone per 24-48 ore. Questo è veramente un elemento d’inquietudine”. Lo ha detto il Garante dei detenuti, Mauro Palma, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, a Lampedusa per una visita all’hotspot dell’isola. “Non è possibile che dopo un anno dalla nostra denuncia ci siano ancora i water senza porte e materassi sporchi, non c’è una mensa. Le condizioni riscontrate nel centro sono le stesse di un anno fa: quelle che già avevamo denunciato al ministero dell’Interno. Tutte le indicazioni di miglioramento non sono state colte”, aveva detto Palma in una conferenza stampa a Palermo, dopo la visita all’hotspot insieme al Garante regionale Giovanni Fiandaca. “Il centro di Lampedusa – ha aggiunto Palma ai microfoni di InBlu – presenta inoltre aspetti di ambiguità perché sembra essere un improprio centro di detenzione mentre dovrebbe essere solamente un hotspot cioè un posto dove le persone vengono identificate e dove devono stare pochissimo. Siamo all’interno di un’isola e quando viene dato ad alcuni migranti l’ordine di espulsione con l’obbligo di abbandonare in 7 giorni il territorio, questo determina solo una disperazione perché come si fa ad abbandonare un’isola senza niente? È in questo contesto che è avvenuto quel suicidio il 5 gennaio scorso”. E conclude: “Lampedusa è vista e gestita come fosse un’emergenza mentre invece la questione deve essere affrontata in modo sistemico cioè un qualcosa a cui dobbiamo abituarci ad affrontare con delle strutture stabili. Lampedusa continua ad essere la porta meridionale dell’Europa e sarà così anche per i prossimi anni”