Società

Giulia Bongiorno vuole il reato di alienazione parentale. Ma la sindrome non esiste

Giulia Bongiorno, avvocato e attivista per i diritti delle donne, che alle prossime elezioni si candiderà con la Lega di Matteo Salvini, in una intervista a Vanity Fair, alla domanda “Cosa proporrà lei come prima cosa?” ha risposto: “L’introduzione del reato di alienazione parentale”.

La sindrome di alienazione parentale (PAS), ipotetica malattia psichiatrica in alcuni bambini, non esiste, non ha basi scientifiche, sorgerebbe principalmente nel contesto delle controversie di custodia dei figli nelle cause di separazione/divorzio. È stata inventata alcuni decenni fa con una teoria che potrebbe giustificare l’abuso sessuale dei bambini, vedi la bibliografia della mia lettera pubblicata alcuni giorni fa dal Journal of Forensic Sciences.

La PAS non ha una rilevanza clinica per giustificare la sua adozione come malattia psichiatrica, infatti il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il DSM V, non riconosce la PAS come sindrome o malattia. Il Tribunale di Milano, con decreto del 11 marzo 2017, ribadisce che la PAS non è una patologia da indagare clinicamente; sempre il Tribunale di Milano, con decreto del 13 ottobre 2014, aveva ritenuto inammissibile l’accertamento istruttorio relativo all’esistenza della PAS poiché non è ancora riconosciuta sul piano scientifico. Le condotte per emarginare e neutralizzare l’altra figura genitoriale non sono una patologia del minore, che quindi non può essere sottoposto ad accertamenti diagnostici; con la sentenza n. 6919 dell’8 aprile 2016, la Corte di Cassazione ha enunciato il seguente principio di diritto: in tema di affidamento di figli minori, qualora un genitore denunci comportamenti dell’altro genitore di allontanamento morale e materiale del figlio da sé, indicati come significativi di una PAS, il giudice di merito è tenuto ad accertare la veridicità in fatto dei suddetti comportamenti, utilizzando i comuni mezzi di prova, tipici e specifici della materia, incluse le presunzioni, ed a motivare adeguatamente, a prescindere dal giudizio astratto sulla validità o invalidità scientifica della suddetta patologia,

Nei tribunali, magistrati e consulenti, nel prendere decisioni, devono basarsi sul concetto di miglior interesse del bambino, non su altro, e quando due persone divorziano o si separano, l’amore non deve tramutarsi in odio, e devono imparare a superare i conflitti, cosa che possono fare grazie anche ad una mediazione familiare. La prevenzione primaria delle violenze e l’educazione all’amore nelle scuole sono importanti anche per prevenire i conflitti tra i genitori che si separano.

Ho scritto una lettera al Journal of Forensic Sciences (replica al Dr. William Bernet, il più importante sostenitore della PAS) per due motivi:
– perché oggi a volte capita che dopo una separazione/divorzio si usino i figli per vendicarsi del partner, e per me è assurdo che un genitore per ottenere l’affidamento, faccia credere che i figli siano malati di mente, affetti dall’inesistente PAS, per questo i tribunali devono intervenire non sui bambini, ma sui genitori, che devono risolvere i loro conflitti senza coinvolgere i figli;
– perché la PAS è una bufala scientifica, e deve essere combattuta soprattutto dal punto di vista scientifico, per questo psichiatri/psicologi devono inviare articoli specialistici contro la PAS a riviste, Journals internazionali, presenti in Pubmed e, come ho fatto io, replicare sempre nei Journals a chi pubblica articoli a favore della PAS, solo così poi questa bufala non sarà più citata nei tribunali.

Io l’ho già fatto con successo per alcune bufale sessuologiche.