Diritti

Da Forum al Consiglio Nazionale Forense, l’omofobia è ancora strisciante

La campagna elettorale è iniziata solo da qualche settimana e già assistiamo a rigurgiti di omofobia provenienti da ogni lato. Dalla televisione, anzitutto, dove domina l’assenza di approfondimento giuridico. Mi riferisco all’ormai trentennale trasmissione Forum, in onda su Retequattro. E dalle istituzioni, dove nientemeno che l’organo di rappresentanza di tutti gli avvocati italiani, il Consiglio Nazionale Forense, ha concesso il patrocinio a un convegno organizzato dai difensori dei valori comuni contro la fantomatica “ideologia gender”.

Cominciamo da Forum. La denuncia è del sito gaypost.it, il quale ci fa sapere che in una puntata recente di Forum un ragazzo ha citato in giudizio il padre per averlo cacciato di casa perché omosessuale (qui la sentenza finale, che dà ragione al ragazzo). Ho rivisto la puntata, disponibile qui, ed è stato a dir poco agghiacciante, specialmente quando il giudice Francesco Foti ha rimbrottato il ragazzo sostenendo che curare i gay è possibile, “è l’ultima teoria in materia. L’omosessualità ha molto a che fare con lo sviluppo cerebrale”, aggiunge il giudice.

E non è finita. Quando il padre rimprovera al figlio di averlo umiliato andando in giro per il paese mano nella mano con il suo ragazzo, il giudice rincara la dose: “Era necessario girare in un piccolo paese, mano nella mano? Lei chiede rispetto e lo merita, ma deve anche rispettare gli altri. Se in un piccolo paese, questo crea imbarazzo a suo padre, lo rispetti”.

È bene essere molto chiari sul punto. Non solo l’omosessualità non si può curare. Essa non si deve curare, perché essere omosessuali non è né una malattia, né un vizio e né un vezzo, ma una caratteristica del proprio essere. E tutti hanno il diritto di esprimere ciò che sono, anche tenendo la mano del proprio compagno o della propria compagna in pubblico, piccolo o grande che sia la città in cui si vive. Per dirla come la nostra Corte costituzionale, le persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) hanno “il diritto fondamentale di vivere liberamente la propria condizione di coppia”. Liberamente, punto.

Quanto alle teorie o terapie riparative, esse non solo sono dannosissime e inutili, ma sono anche illegali. Diversi ordini professionali le hanno infatti bandite, considerandole per quello che sono: una costrizione ideologica che mette al centro le convinzioni del terapista anziché, come invece dovrebbe essere, la condizione del paziente. Oltretutto, l’orientamento sessuale non dice nulla sulla struttura morale della persona. Vale la pena inoltre di ricordare infine che in base all’art. 32 della Costituzione nessuno può essere sottoposto a cura senza il suo consenso.

Ora, che una trasmissione tanto seguita come Forum ammetta anche solo la possibilità di ricorrere alle terapie riparative è estremamente preoccupante, specialmente perché la presenza di un giudice finisce per offrire legittimità, agli occhi del pubblico, a teorie del tutto prive di validità scientifica ed anzi pericolose.

Dall’altro lato abbiamo il corso di bioetica (Corso di Alta Formazione in Bioetica: aspetti filosofici, etici, fisiologici (sic!), giuridici e politici) organizzato dall’associazione conservatrice CitizenGo, la quale annuncia come propri valori quelli della dignità umana e dei diritti umani, ma soltanto delle persone che piacciono a loro. E ovviamente non sono contemplate le persone omosessuali (sfugge tra l’altro in che modo l’omosessualità possa qualificarsi come questione di bioetica, ma tant’è).

Il corso si terrà a Roma da febbraio a maggio, quindi in buona parte durante la campagna elettorale. E il suo contenuto lascia di stucco.

Si tratta – dice l’e-mail inviata agli iscritti di CitizenGo – di un’occasione di formazione veramente imperdibile, più unica che rara: il Corso ha il patrocinio della Pontificia Accademia per la Vita e del Consiglio Nazionale ForensePer CitizenGO è un motivo di grande orgoglio, perché certifica il ruolo sempre più importante che stiamo giocando in Italia per la difesa dei nostri valori comuni.

Lo scopo del Corso è fornire – a chiunque lo desideri – gli strumenti per capire in modo veramente completo ed esauriente lo stato attuale del dibattito scientifico, sociale, culturale, politico sui più spinosi e controversi temi di Bioetica.

L’assoluta specialità di questo Corso è data dalla partecipazione, oltre che, ovviamente, di specialisti scientifici, accademici e professionisti, degli attivisti che in qualità di semplici cittadini hanno condotto in Italia le più importanti battaglie politiche e culturali sui nostri valori. 

I protagonisti del Family Day… e non solo!”

I cittadini – ancor di più se avvocati – si aspettano che il CNF patrocini convegni con relatori qualificati e non certo con attivisti, peggio ancora se politicamente schierati come quelli del cosiddetto “Family Day”, un evento la cui identità è costruita unicamente sul nemico (le persone omosessuali).

Una delle relazioni, anzi “una lezione”, si annuncia, sarà “sulle origini storico-filosofiche dell’Ideologia Gender e su come sia diventata parte integrante dell’agenda politica e culturale contro la Famiglia delle Lobby LGBT”. Se non è una costruzione ideologica questa, che oppone la Famiglia (con la F maiuscola) a fantomatiche lobby richiamate con malcelato disprezzo, non so quale lo sia. Il passaggio è facile: prendi una categoria sociale storicamente vulnerabile (i gay), li descrivi come una cricca che trama nell’ombra, e il gioco è fatto. Ottanta ore per ben 300 euro di quota d’iscrizione meritano di essere spese meglio che per ascoltare queste fantasiose “lezioni” dal carattere pseudoscientifico, che sfruttano i sacrosanti progressi in tema di diritti civili per scatenare una guerra ideologica.

Sarebbe bene che l’organo di rappresentanza dell’avvocatura italiana spieghi come sia ancora possibile che nel 2018 i grandi temi della libertà e dell’uguaglianza, che in tutti i Paesi occidentali sono stati affrontati nei parlamenti e nelle aule di giustizia con grande attenzione, approfondimento e delicatezza, in Italia siano ancora degradati a discorsi propagandistici, finalizzati unicamente a creare nemici contro cui scagliarsi. È ancora più grave che ciò avvenga in campagna elettorale.

Con buona pace dei (finti) proclami sulla dignità della persona e sui diritti umani.