Cronaca

Roma, il cinema confiscato alla banda della Magliana chiuso per una guerra di ricorsi: “Intanto il quartiere muore”

Roma, Pigneto. Il quartiere della movida ma anche dello spaccio, a due passi dal centro di Roma, continua a combattere per “preservare i pochi, superstiti, presidi culturali in una giungla di locali e di becera movida”. Presidi come il cinema Aquila, chiuso nel 2015 e ancora sigillato. “Una chiusura trasversale che coinvolge sia l’amministrazione precedente che i diciotto mesi di amministrazione Cinque stelle”, spiega Federico Petrolati del Comitato di quartiere Pigneto-Prenestino. Il cinema è ancora un simbolo per gli abitanti del quartiere, “confiscato alla Banda della Magliana“. “Gli abitanti lo hanno sempre sentito come luogo di appartenenza”, dice Claudia Migliaccio. “Ha visto un periodo lungo e proficuo di attività, fino a quando non è stato chiuso nel 2015 per problemi nella gestione della vecchia cooperativa”.

Dopo un periodo di gestione del territorio, con l’attuale amministrazione il cinema è stato anche protagonista di uno dei primi momenti di “scrittura partecipata” del bando che ne avrebbe poi visto, in teoria, l’assegnazione. “Dal 30 marzo, è online”, si legge sul sito di Roma Capitale – dipartimento Attività Culturali, “l’avviso pubblico per assegnare la concessione dell’immobile confiscato alla mafia al progetto che meglio risponderà alle indicazioni raccolte nel “Documento della partecipazione”. Il documento è stato definito attraverso il coinvolgimento di cittadini, istituzioni e associazioni locali e non, per far identificare le funzioni e i servizi che il territorio si aspetta dalla riapertura dello spazio”. Un processo, quello di Co’ Roma, a cui “abbiamo responsabilmente preso parte”, dice ancora Federico. “Peccato che il bando che ne è poi uscito presenti qualche novità, ma in maniera del tutto insufficiente“.

Ora un vincitore c’è, ma è partito il consueto iter di corsi e ricorsi. E il cinema, nel frattempo, resta chiuso. “L’amministrazione ha voluto insistere con la forma bando”, dice Lorenzo Spairani. “Noi li avevamo avvertiti che questo strumento – già causa della chiusura del cinema – avrebbe dato problemi. I vincitori sono stati contestati dai secondi, l’assegnazione del cinema è stata sospesa e siamo in stallo. Il fatto è che l’amministrazione non si è assunta la responsabilità di trovare strumenti forse più politicamente coraggiosi per la gestione dei beni comuni come fatto ad esempio a Napoli”. E nel frattempo “questo quartiere continua a morire nel degrado, tra movida e spaccio e senza nessun luogo di incontro culturale”, conclude Claudia