Politica

Centrodestra, dagli ex esuli alfaniani ai clericali di Quagliariello, da Tosi a Fitto e Zanetti: è pronta la “quarta gamba”

L'ideatore è Ghedini, il tessitore è l'ex ministro Costa, la benedizione è di Berlusconi. Ecco chi formerà il listone (col sogno del 3 per cento) accanto alla triade Fi-Lega-Fdi. Una reunion che va da Saverio Romano agli ex leghisti, da Formigoni a ciò che resta di Scelta Civica. Fuori (per ora) gli ex partiti democristiani come Udc e la rediviva Udeur. E resta un mistero: Verdini?

Da Idea di Gaetano Quagliariello alla Scelta Civica trasformata in un partitino di centrodestra da Enrico Zanetti, da Fare! degli ex leghisti di Flavio Tosi al Cantiere Popolare di Saverio Romano fino alla Direzione Italia di Raffaele Fitto. Fino agli ex esuli di ritorno dopo 5 anni in un governo di centrosinistra, gli ex alfaniani ora privi di Alfano come Maurizio Lupi e Roberto Formigoni. Sono queste e chissà quali altre le facce che formeranno quella che chiamano “la quarta gamba” del centrodestra. L’ufficializzazione sarà martedì prossimo. La nuova aggregazione di centro è benedetta da Silvio Berlusconi e architettata da Niccolò Ghedini. Obiettivo: portare acqua al mulino della coalizione di centrodestra. Il sogno è superare la soglia di sbarramento del 3 per cento. Ma il Rosatellum, infatti, prevede che le liste che superano l’1 per cento ma non riescono a raggiungere il 3 non entrano in Parlamento ma vedono i loro voti redistribuiti al resto della coalizione. Così le liste-civetta fioccano, soprattutto per piccoli gruppi parlamentari che cercano di sopravvivere.

 

Della partita non fanno parte per il movimento gli ex democristiani: niente Udc di Lorenzo Cesa, niente Cdu di Mario Tassone, niente rediviva Udeur (o simili) di Clemente Mastella. Non si associa all’avventura nemmeno Stefano Parisi che con il suo Energie per l’Italia doveva essere il nuovo leader federatore ed è finito a fare una listarella che non ha speranza di sopravvivere. Il mediatore principale tra questi e coloro che della “Quarta gamba” fanno già parte è Enrico Costa, rimasto al governo con Letta e Renzi prima come sottosegretario, poi come viceministro e infine come ministro e poi tornato dentro Forza Italia. Ora guida un gruppo di esponenti liberali e tesse la sua trama.

“Il dato è tratto, non si torna indietro”, dice all’AdnKronos un big che sta lavorando all’operazione di allargamento della coalizione. Poco alla volta si stanno sciogliendo tutti i nodi sul tavolo, a cominciare da quello della raccolta delle firme. Proprio per evitarla molti parlamentari stanno confluendo sotto le insegne di Scelta Civica che non è più nemmeno la copia di quella che entrò in Parlamento con la guida di Mario Monti ed è stata trasformata in una costolina di Forza Italia dall’ex viceministro Enrico Zanetti. Giusto ieri 5 deputati sono passati dal gruppo Misto a quello di Scelta civica-Ala-Movimento italiani all’estero. I 5 sono proprio Costa i tosiani di

Fare! Matteo Bragantini e Emanuele Prataviera (eletti nel 2013 con la Lega) ed Eugenia Roccella e Vincenzo Piso, due esponenti di Idea, il movimento clericale guidato da Gaetano Quagliariello. Altri arriveranno, assicurano dal gruppo. Per esempio i pugliesi di Direzione Italia, il movimento di Raffaele Fitto. Insomma, con questo odore di possibile vittoria, tutti i berlusconiani tornano a casa, apparentemente.

Non manca più nessuno, diceva quella famosa filastrocca. E invece qualcuno manca: non c’è traccia di una dichiarazione, una presa di posizione, almeno un retroscena che riguardi Denis Verdini. Non ce n’è traccia quando si parla di centrodestra, non ce n’è quando si parla di centrosinistra. Chissà se i “Responsabili” di quest’ultima legislatura saranno premiati.