Giustizia & Impunità

Expo Piastra, Beppe Sala indagato per concorso in abuso d’ufficio. I legali del sindaco di Milano: “Iniziativa persecutoria”

Si tratta del capitolo 'verde' dell’appalto per la Piastra dei Servizi di Expo. L’ipotesi di reato originaria poi stralciata, per questo capitolo, era di concorso in turbativa d’asta. I pm avevano chiesto l'archiviazione, poi l'indagine era stata avocata dalla Procura generale

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, già a processo per l’accusa di falso, è indagato anche per concorso in abuso d’ufficio per la vicenda del capitolo ‘verde’ dell’appalto per la Piastra dei Servizi di Expo. L’originaria accusa, poi stralciata, per questo capitolo, era di concorso in turbativa d’asta. Per Salvatore Scuto e Stefano Nespor, legali del primo cittadino si tratta di una “iniziativa” della Procura generale che “si pone in evidente contraddizione con i giudizi che Anac, Avvocatura dello Stato e la stessa Procura della Repubblica di Milano hanno precedentemente formulato, apparendo anomala al punto da sembrare persecutoria“.

Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati era finita la fornitura di 6mila alberi, compresa nel principale appalto dell’esposizione, quello da 272 milioni di prezzo base per la realizzazione della Piastra dei servizi. Quella fornitura fu affidata nel luglio del 2013 senza gara alla Mantovani, la società di costruzioni che si era aggiudicata il maxi-appalto. Il costo?4,3 milioni di euro, 716 euro a pianta.

Come altre volte i piani alti di Expo avevano giustificato quella scelta tirando in ballo motivi di urgenza. Quattro mesi dopo, però, Mantovani aveva stipulato un contratto di subfornitura per 1,6 milioni (266 euro a pianta) con un vivaista per 1,6 milioni, 266 euro a pianta: alla fine gli alberi erano stati piantani nell’autunno del 2014. Una storia nota da tempo, ma che in un primo momento la procura di Milano non aveva contestato, così come non aveva contestato la retrodatazione di un documento che il 30 maggio 2012 consentì di cambiare in corsa due dei membri della commissione di valutazione delle offerte: in quel modo non si era dovuto azzerare la gara d’appalto.

Il pm aveva quindi chiesto archiviazione dei pm, richiesta respinta dal gip prima che la procura generale avocasse l’inchiesta. Sala era dunque finito nel registro degli indagati, prima solo con l’accusa di falso materiale e ideologico per la retrodatazione di quel documento. Poi anche per turbativa d’asta: accusa ora stralciata dal pg nella richiesta di rinvio a giudizio. Nel dicembre scorso, dopo aver saputo dell’iscrizione nel registro degli indagati, il primo cittadino si era auto-sospeso per alcuni giorni dalle sue funzioni di sindaco. Ilfattoquotidiano.it aveva provato a chiedergli come mai gli alberi fossero stati comprati da un costruttore anziché da un vivaista: “Stiamo parlando di una cosa che è pari circa a un millesimo di tutti i soldi che ha speso Expo”, era stata replica di Sala.