Scuola

Università, spariscono 3500 borse di studio. Ridotti a 20 milioni l’incremento del Fis

Prima il Governo approva le coperture per le borse di studio e poi smentisce se stesso. Il maxi-emendamento è passato in Senato il 30 novembre

Prima il Governo approva le coperture per le borse di studio e poi smentisce se stesso. Il maxi-emendamento passato in Senato il 30 novembre riduce, infatti, a 20 milioni l’incremento del Fondo integrativo statale (Fis) per le borse di studio rispetto ai 30 milioni previsti negli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio e presentati all’Assemblea del Senato. Dieci milioni in meno, che equivalgono a 3.500 borse di studio e per i quali si sarebbe dovuto attingere non da finanziamenti ‘nuovi’, ma dal prelievo di risorse di altri capitoli dell’università tra cui il fondo delle cosiddette ‘Cattedre Natta’, stanziato dal governo Renzi per cercare di invertire la rotta dei cervelli italiani in fuga e richiamare i ricercatori. Un’altra brutta notizia dopo che, poche settimane fa è stata la stessa ministra Valeria Fedeli ad ammettere che il decreto Carrozza sulla scuola che introduceva nel Codice antimafia l’assegnazione del 3 per cento dei soldi tolti ai clan di mafia al Fis non è mai stato attuato perché nessuna delle amministrazioni interessate, ministero dell’Istruzione compreso, si è attivata per renderla operativa. L’Unione degli Universitari non ci sta e questa volta, parla di uno “scippo del governo”.

DIECI MILIONI IN MENO – “La Commissione Bilancio del Senato – spiega Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu – aveva approvato un emendamento che aumentava il Fis di 30 milioni di euro a partire dal 2018, utilizzando risorse provenienti principalmente dai capitoli delle superborse e delle ‘Cattedre Natta’”. Poi l’amara sorpresa. “Con la pubblicazione di tutti gli atti riguardanti il maxi-emendamento del Governo su cui è stata votata la fiducia al Senato – continua – abbiamo appreso come questi fondi, con un colpo di bacchetta del Governo, siano passati da 30 a 20, eliminando proprio il prelievo dalle ‘Cattedre Natta’ dal 2020 in poi”.

I FINANZIAMENTI INTATTI – Per l’Unione degli universitari si tratta di una grave penalizzazione, ancor più considerando altri fondi rimasti intatti. Qualche esempio? “Fa specie – sottolinea Elisa Marchetti – che i fondi per le borse di studio vengano tagliati dal Governo nel maxiemendamento, mentre rimangono intatti vari emendamenti che stanziano fondi per istituti privati di vario genere per cui dal 2018 al 2020 verranno spesi oltre 2 milioni l’anno e 1 milione e 500mila euro a regime”. Tra i destinatari l’accademia privata ‘Vivarium novum’ di Frascati, l’Istituto Luigi Sturzo (in occasione del sessantesimo anno dalla scomparsa di Don Luigi Sturzo e del centenario della fondazione del Partito Popolare italiano), l’Accademia nazionale delle Scienze detta dei XL che a sede a Roma, presso il complesso di Villa Torlonia e la Fondazione Graziadio Isaia Ascoli, fondata lo scorso 29 settembre. “Intatti – sottolineano gli universitari – sono anche i finanziamenti ad hoc a due università statali. In occasione dell’ottavo centenario della fondazione dell’Università degli studi di Padova, avvenuta nel 1222 e dell’Università degli studi di Napoli ‘Federico II’, avvenuta nel 1224, è concesso un contributo straordinario di un milione di euro per il 2019 al primo ateneo e di un altro milione all’università campana per l’anno 2020.

L’APPELLO DELL’UDU – “Riteniamo che questo scippo a danno degli studenti – conclude Elisa Marchetti – sia un atto molto grave politicamente e profondamente scorretto a livello istituzionale, considerato che quell’emendamento (57.6) era già stato riformulato proprio dal Governo stesso (nella seduta mattutina della Commissione del 28 novembre) al fine di specificare meglio le coperture finanziarie”. Per l’Udu “è inaccettabile che il Governo possa far sparire 3.500 borse di studio in un solo colpo, dopo il regolare dibattito parlamentare in Commissione”. Ecco perché l’Unione degli Universitari chiede un incontro urgente con la ministra Valeria Fedeli affinché l’esponente dell’Esecutivo “prenda di persona l’impegno non solo a reintegrare quanto sottratto con l’emendamento del Governo ma anche ad aumentare ulteriormente il fondo”.