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Germania, libertà su cauzione per Fabio Vettorel, il 18enne in carcere da quattro mesi per i disordini al G20 di Amburgo

Il ragazzo italiano era stato arrestato ad Amburgo il 7 luglio scorso con l'accusa di aver creato disordini durante il G20. I legali del giovane avevano già chiesto e ottenuto la sua scarcerazione su cauzione lo scorso 16 novembre ma poi è arrivato il dietro-front della giustizia tedesca e il giovane è tornato in carcere

A Fabio Vettorel è stata concessa, di nuovo, la libertà su cauzione. A stabilirlo è stata la corte di Cassazione tedesca, che ha respinto il ricorso presentato dalla Corte d’Appello. La Suprema corte ha deciso che il 18enne veneto potrà lasciare il carcere di Amburgo con il pagamento di una cauzione da 10mila euro e la nomina di una persona che ne abbia procura. Il ragazzo italiano era stato arrestato nella città tedesca il 7 luglio scorso, assieme ad altri manifestanti, con l’accusa di aver creato disordini durante il G20.

Una vicenda giudiziaria complessa: incarcerato assieme a molti altri manifestanti poi rilasciati nell’arco di qualche settimana come la connazionale Maria Rocco, rilasciata il 10 agosto scorso, a Vettorel la giustizia tedesca ha deciso di irrigidire il regime di detenzione e i tempi del processo si sono allungati. Il suo caso è seguito dal Tribunale dei Minori perché, nonostante all’epoca dei fatti avesse già 18 anni compiuti, in Germania è considerato ancora un minore. Lo scorso 16 novembre il colpo di scena: i legali del giovane avevano chiesto la scarcerazione e, dopo 24 ore di ritiro, il giudice aveva dato il via libera dietro pagamento di un cauzione di 10mila euro e con l’obbligo di firma ad Amburgo tre volte a settimana. Nel pomeriggio però, nonostante la cauzione fosse già stata pagata, è arrivato il dietro-front della giustizia tedesca perché il pubblico ministero si era opposto facendo ricorso in Cassazione. Oggi, forse, l’epilogo con la sentenza che conferma la libertà su cauzione per il giovane.

Contro Vettorel la giustizia tedesca ha mosso le accuse di disturbo alla quiete pubblica, “tentativo di causare danni mediante mezzi pericolosi” e resistenza a pubblico ufficiale, anche se nei suoi confronti non sono state portate prove. Il 18enne veneto non è stato riconosciuto tra coloro che hanno lanciato sassi contro le forze dell’ordine e la sua immagine compare solo in un video in cui si vede il giovane sfilare in un corteo con altri ragazzi.