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Berlusconi a Scalfari: “Mi preferisce a Di Maio? È persona intelligente”. E l’ex premier apre la campagna sui social

Ventidue tweet in due ore. Sono gli stralci dell'intervista a Repubblica quelle con cui il leader di Forza Italia ha praticamente inaugurato l'inizio della sua campagna elettorale su Twitter. Un canale fino ad oggi mai utilizzato dall'ex premier e che evidentemente deve essere stato rilanciato (l'ex cavaliere ha solo 9.296 followers) da Francesco Facchinetti - meglio noto come Dj Francesco - appena ingaggiato come consulente social

Ventidue tweet in due ore tutti siglati con lo stesso hashtag : #intervista Repubblica. Sono gli stralci del colloquio concesso al giornale fondato da Eugenio Scalfari quelle con cui Silvio Berlusconi ha praticamente inaugurato l’inizio della sua campagna elettorale su Twitter. Un canale fino ad oggi mai utilizzato dall’ex premier e che evidentemente deve essere stato rilanciato (l’ex cavaliere ha solo 9.296 followers) da Francesco Facchinetti – meglio noto come Dj Francesco – appena ingaggiato come consulente social del leader di Forza Italia. Ed è proprio con un complimento al fondatore di Repubblica che Berlusconi inaugura un inedito periodo di affetto nei confronti del gruppo editoriale di Carlo De Benedetti. Ieri Scalfari aveva detto a Giovanni Floris, durante Dimartedì su La7 :“A chi affiderei il governo del Paese, dovendo scegliere tra Berlusconi e Di Maio? Sceglierei Berlusconi”. “Scalfari preferisce me a Di Maio? È persona intelligente. Se ne è accorto un po’ in ritardo ma… meglio tardi che mai”, dice l’ex cavaliere. Che nel resto dell’intervista – twittata a stralci – dice la sua – come sempre – su un po’ di tutto: dalla politica internazionale al calcio, passando ovviamente per l’attesa sentenza della corte di Strasburgo.

“In queste ore sono davvero sereno e soprattutto fiducioso. Mi aspetto che la Corte di Strasburgo accolga il mio ricorso. Il mio ruolo nella prossima campagna elettorale è comunque chiaro: sarò in campo per portare il centrodestra al governo del Paese”, è il tweet fissato in alto nella pagina dell’ex premier. In questo senso Berlusconi sfrutta l’intervista a Repubblica per rilanciare ancora una volta quello che è il suo principale obiettivo: rinviare il più possibile la data delle elezioni in modo da attendere la sentenza della Cedu che potrebbe cancellare la sua incandibilità. Quale escamotage usare per ottenere un rinvio delle politiche previste per marzo? Ma ovviamente la necessità di un election day a maggio – quando ci sono le amministrastive – con la scusa di risparmiare i fondi destinati al funzionamento delle urne. “Per la data del voto non ho chiesto di aspettare i tempi di Strasburgo. Mi sono semplicemente chiesto: può valere la pena di aspettare 4/5 settimane in più, se così facendo si possono risparmiare 500 milioni di euro dei cittadini?”, dice Berlusconi, appellandosi addirittura al presidente della Repubblica. “Sull’election day ho affidato la mia riflessione alla saggezza del Capo dello Stato. Sono certo che valuterà questi aspetti, insieme alla ovvia necessità di far votare gli italiani il più presto possibile. Sul mio ricorso la Corte Europea deciderà autonomamente. Tenendo conto – mi auguro – che è in gioco il processo democratico in un grande paese europeo”.

Poi ecco una delle recenti specialità della casa: attaccare e insultare quello che Berlusconi vede come il suo vero nemico, cioè il Movimento 5 Stelle: “Hanno un programma economico delirante, fatto di tasse altissime – dalla patrimoniale alle tasse sulla casa e sulla successione – fissate a livelli che sarebbero distruttivi per l’economia e catastrofici per il ceto medio”; “I parlamentari Cinque Stelle sono persone che campano solo di politica. Infatti molti di loro sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per mantenersi un posto in parlamento”; “Una vittoria dei Cinque Stelle significherebbe affidare il Paese a persone che non hanno nessuna esperienza e nessuna competenza, che non hanno mai lavorato e non hanno mai amministrato neppure un condominio”. Piatto forte dell’intervista a Repubblica, Berlusconi in versione commissario tecnico della nazionale di calcio. “L’Italia non può permettersi di rimanere a lungo ai margini del grande calcio. Una nazionale vincente sarebbe un formidabile veicolo di promozione del made in Italy, del turismo, della moda, del sistema Italia nel suo complesso”, sostiene l’ex premier. Se il calcio va bene, tutto il resto – dall’economia al lavoro – gli andrà dietro: un messaggio che è l’emblema della comunicazione berlusconiana. E che porta indietro le lancette del tempo di almeno una decina d’anni.