Politica

Elezioni Ostia, vince la Di Pillo del Movimento 5 Stelle: centrodestra battuto 60 a 40. Affluenza bassa al 33,6%

Per la sindaca di Roma Virgina Raggi “i cittadini del Municipio X hanno riconosciuto il grande lavoro che stiamo facendo”. Guadagnati 16mila voti rispetto al primo turno. La sfidante di Fratelli d'Italia attacca: "Hanno preso le preferenze di Casapound e Spada". La minisindaca: "Da domani inizierò a rimboccarmi le maniche per dare fiducia a tutti i cittadini disamorati”

Finiscono fra sorrisi, abbracci e una coreografica “presa del municipio” in stile V per Vendetta le elezioni di Ostia, che hanno visto trionfare Giuliana Di Pillo e il Movimento 5 Stelle, con uno schiacciante 60 a 40 (o meglio 59,6% contro 40,4%) nel confronto con la coalizione di centrodestra, guidata per l’occasione da Monica Picca, in quota Fratelli d’Italia. Quest’ultima è arrivata a commentare a caldo che “CasaPound e gli Spada hanno votato per il M5S, come dimostrano i 1.000 voti in più guadagnati all’Idroscalo”, beccandosi a stretto giro il rimbrotto del capogruppo pentastellato in Campidoglio, Paolo Ferrara: “Illazioni, cominciassero a lavorare”. Parole che non hanno minimamente scalfito la festa del MoVimento. “I cittadini del Municipio X hanno riconosciuto il grande lavoro che stiamo facendo”, ha affermato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, raggiungendo in tutta fretta la sala stampa dell’edificio municipale dell’ex Colonia Vittorio Emanuele, a quel punto già piena zeppa di militanti e neo-consiglieri. L’occasione giusta per la prima cittadina capitolina di rivendicare la propria influenza su un voto – in parte drogato dal forte astensionismo – che si è indirizzato in favore dei pentastellati sin dalle prime sezioni scrutinate, mostrando un’omogeneità nel consenso territoriale. Un messaggio evidente a chi aveva ipotizzato che, al contrario, un’eventuale sconfitta avesse potuto minare le certezze e la tenuta dell’inquilina del Campidoglio: “L’effetto Raggi esiste ed è positivo”, aveva commentato la neo minisindaca, insegnante di 55 anni, pochi minuti prima facendo il proprio ingresso in Municipio. Un concetto ribadito su Twitter anche dal candidato premier in pectore, Luigi Di Maio.

DI PILLO RECUPERA 16.000 CONSENSI – Il M5S si conferma così un osso duro ai ballottaggi. Ai pentastellati, tra l’altro, va riconosciuto il grande lavoro svolto negli ultimi 15 giorni. Se il 5 novembre l’affluenza alle urne era stata del 36,1%, al secondo turno la percentuale è scesa solo al 33,60%, un successo considerando l’assenza di altri candidati presidenti e degli aspiranti consiglieri. Numeri che hanno indubbiamente premiato i pentastellati, i quali in due settimane sono passati da 19.777 voti a 35.691 voti, guadagnandone la bellezza di 16.000, exploit imparagonabile a quello di Monica Picca, che non è arrivata a +7.000 (24.196 contro 17.468). Resta l’evidente gap con il 2016, quando nello stesso territorio i consensi per Virginia Raggi furono 69.869 (dall’altra parte c’era il Dem Roberto Giachetti), in pratica il doppio di quelli odierni. “Il Movimento 5 Stelle non ha mai governato qui – ha affermato a caldo Giuliana Di Pillo – e finalmente potrà farlo. Da domani inizierò a rimboccarmi le maniche per dare fiducia a tutti quei cittadini che ora sono disamorati”. Decisivi per il M5S potrebbero essere stati i voti arrivati da sinistra, come quelli dei 5.600 sostenitori di Don Franco De Donno o i 2.300 elettori di Eugenio Bellomo (vicino al Prc). Di sicuro, molti dei 3.600 elettori dell’autonomista Andrea Bozzi hanno messo la loro croce sulla candidata pentastellata – in caso contrario il giornalista non sarebbe entrato in consiglio – mentre è realmente difficile capire se nei 9.000 elettori del Pd e i 6.000 di Casapound abbia prevalso il risentimento nei confronti di M5S e centrodestra o il ragionamento del “male minore”.  video di Angela Gennaro e Manolo Lanaro

PICCA E RAMPELLI: “CAMPAGNA VELENOSA COME FICTION” – Una sconfitta che i rappresentanti del centrodestra e, in particolare, di Fratelli d’Italia, non hanno voluto ammettere. “E’ stata una campagna elettorale con toni da fiction”, ha affermato senza mezzi termini la candidata meloniana, con evidente riferimento agli effetti mediatici dell’aggressione di Roberto Spada alla troupe Rai di Nemo, ma anche agli attacchi ricevuti dal M5S per una foto scattata da Picca e Meloni insieme a Silvano Spada e alcuni commenti di un candidato consigliere al profilo di “Robertino”. “Questo non ha fatto comprendere ai cittadini quali erano i giusti contenuti e i giusti programmi”, ha attaccato ancora Picca, ricordando come Di Pillo abbia rifiutato tutti gli inviti ai confronti pubblici proposti dall’avversaria. “Vi diranno che hanno vinto, in realtà ha perso la Raggi, mentre la Di Pillo non è pervenuta”, ha chiosato Picca fra gli applausi (e qualche lacrima) dei suoi sostenitori.

IL FUTURO DI OSTIA – Ora che l’attenzione mediatica sul litorale romano, gioco forza, calerà, cosa ne sarà di Ostia? I due anni di commissariamento hanno lasciato forti dubbi fra gli ostiensi, molti dei quali nonostante la forte partecipazione alle due manifestazioni antimafia organizzate nei giorni scorsi continuano a negare (o a sminuire) la presenza della mafia sul territorio. Un sentimento su cui soffia il fuoco di alcune televisioni locali, le quali anche la sera dello spoglio hanno tacciato i media nazionali di “complotto mediatico”. Tutto ciò nonostante le sentenze e le carte della magistratura certifichino la forte presenza della criminalità organizzata nel tessuto territoriale (gli Spada, ma anche i Fasciani e i Triassi). Questa mattina alle ore 11.00 ci sarà la prima conferenza stampa di Giuliana Picca, organizzata presso il Pontile. E’ attesa, fra i diversi temi, la presentazione del nuovo Piano Utilizzo Arenili (Pua), il lascito del prefetto Domenico Vulpiani, un documento che in linea teorica dovrebbe “resettare” la geografia degli stabilimenti balneari riportandola alle planimetrie originali. Una sfida su cui la neo amministrazioni municipale e’ chiamata a tenere la barra dritta in vista anche degli “attacchi” sferrati dai ricchi imprenditori del settore.