Cronaca

Orvieto, assessore: “Nomadi? C’aveva provato anche Zio Adolf”. Poi le dimissioni. Ma il sindaco lo difende

Si è dimesso Massimo Gnagnarini, assessore di centrosinistra del Comune umbro, dopo il suo post su facebook nel quale invocava l'Olocausto. Il primo cittadino: "un ragionamento del genere non appartiene al suo bagaglio culturale, morale e politico"

Prima aveva proposto di risolvere l’emergenza rom in stazione con l’Olocausto. “Una battuta dopo sette ore di consiglio comunale”. Poi, dopo il clamore per il suo post su facebook, Massimo Gnagnarini, assessore al bilancio del comune di Orvieto, ha inviato una lettera al sindaco e ha rassegnato le sue dimissioni. “A seguito dell’enorme e grottesco riflesso mediatico sviluppatosi intorno a una mia frase su Facebook – scrive Gnagnarini – rimetto le deleghe di giunta a me assegnate per favorire ogni chiarimento e valutazione”. A darne la notizia è stato il sindaco, Giuseppe Germani, che ha parzialmente difeso l’uscita del suo assessore: “È una frase grave che va stigmatizzata in modo netto. Conoscendo personalmente l’assessore, sono certo che un ragionamento del genere non appartiene al suo bagaglio culturale, morale e politico”. Una vicenda che però non finisce qui e sarà valutata in una riunione del consiglio comunale convocata in mattinata da Germani, dopo che il sindaco aveva definito “grandissimo scivolone” l’uscita del suo assessore. La frase che ha generato il caos mediatico attorno all’assessore era stata pubblicata da Gnagnarini: “C’aveva provato anche Zio Adolf a prendere qualche rimedio, politicamente scorrettissimo, ma non gli è riuscito nemmeno a lui”. Questo la soluzione che l’assessore uscente aveva dato a chi gli chiedeva come fare per risolvere la situazione alla stazione della cittadina umbra.

Un caso che aveva coinvolto anche la segreteria del partito dell’ex premier Matteo Renzi, con Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare contro il femminicidio e membro della segreteria che chiesto al sindaco “di valutare un passo indietro per questo politico.Il riferimento ‘allo zio Adolf’ suscita una tale indignazione che non permette altra scelta”.

Tra i primi a chiedere le dimissioni dell’assessore erano stati i segretari del circolo Partito democratico di Orvieto: “Chiediamo al sindaco – avevano scritto in una nota indirizzata al primo cittadino, anche lui Pd – di esprimere pubblicamente un parere chiaro in merito a questa terribile vicenda che offende prima di tutto la storia e la cultura liberale, democratica e antifascista della nostra città. Soprattutto, offende in modo ignobile la memoria delle tante persone che con il sangue e la vita hanno combattuto il nazismo e liberato Orvieto dall’occupazione tedesca“.

Il fatto risale a lunedì scorso, quando l’assessore aveva risposto alla sollecitazione di un ristoratore locale che segnalava la presenza di nomadi alla stazione (secondo le cronache del Messaggero, i rom sono stati segnalati anche mentre tentavano di adescare degli anziani). Dopo aver fatto riferimento ad Hitler, Gnagnarini aveva fatto una parziale retromarcia, derubricando la sua frase a una “semplice battuta dopo sette ore di consiglio comunale”. L’assessore al Bilancio, eletto in una lista civica, aveva poi affrontato l’argomento in maniera più approfondita: “Il fenomeno è pesante e non abbiamo molti strumenti per reprimerlo. Ciclicamente possiamo, come già fatto, contrastare ma dopo qualche giorno ritornano. Comunque nei prossimi giorni vedremo di rimettere in piedi qualche azione coordinata tra municipale e forze dell’ordine”.

A chiedere le dimissioni di Gnagnarini era stato anche il sindacato Usb: “Una città come Orvieto, con da sempre una forte connotazione antifascista e che ha pagato con un prezzo altissimo l’occupazione nazifascista, non può tollerare queste parole e questi comportamenti che rimandano ad un periodo tragico della nostra storia ed in una fase nella quale la nostra società sta di nuovo scivolando nella barbarie”.