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Bankitalia, Bersani: “Boschi? Via da Cdm per garbo istituzionale. Renzi finge di non stare con le banche”

L’astensione della sottosegretaria Maria Elena Boschi dal Cdm per la nomina del governatore della Banca d’Italia? Siamo al punto di chiedere l’ovvio. Ci sono vicende personali e familiari tracciate. È una questione di minimo garbo istituzionale. Lo capisce anche un bambino. C’è bisogno anche di spiegarlo?”. Così il deputato di Mdp, Pierluigi Bersani, risponde a Giovanni Floris, durante Dimartedì (La7), a proposito della partecipazione dell’ex ministro Boschi alla riunione del Consiglio dei ministri che deciderà venerdì prossimo la nomina del nuovo governatore di Bankitalia. “Boschi dice di aver commissariato la banca dove lavorava suo padre? Era un atto dovuto a seguito di iniziative di Bankitalia, via. Si dia un tratto di sensibilità, non ci si impunti su una cosa del genere. Più si fanno resistenze da parte della sottosegretaria Boschi e del governo e più ci si allontana dalla opinione pubblica. Io ho usato una metafora: è come se ci fossero in gioco guardie e ladri e si volesse dare addosso alle guardie per lasciare tranquilli i ladri. Il meccanismo è un po’ questo sottotraccia”. E aggiunge: “Negli Usa prima hanno messo in galera Madoff e poi sono andati a vedere se la Sec non aveva vigilato. Cerchiamo, quindi, di non ribaltare le responsabilità. Un amministratore di banche ha in mano i risparmi dei cittadini, perbacco. Orfini dice che o si sta coi risparmiatori o si sta coi salotti buoni? Orfini la smetta di dare lezioni. C’è modo e modo di non stare con le banche. Qui si fa finta di non stare con le banche, ma si rischia di stare con quelle peggiori, come si è visto“. Bersani rincara: “L’errore di Renzi? Troppe cose in pochi chilometri, prese di pacco e portate a Roma. Mi riferisco a una questione puramente politica: svolgere il tuo compito con disciplina e onore, come dice la Costituzione. Ma non lo dico io, bensì l’opinione pubblica e un terzo degli elettori di centrosinistra. E non solo su questi temi, ma anche sul lavoro e sulla scuola”. L’ex segretario Pd chiosa: “Il Pd a guida renziana ha pensato che un populismo a bassa intensità potesse contrastare ed essere vincente sulla demagogia, assorbendo un po’ di destra. No. La destra è più che in piedi, la demagogia è in piedi e il centrosinistra è nei guai. Io son 3 anni che dico che c’è la mucca nel corridoio e cioè la destra che arriva. E mi ridicolizzavano