Politica

Mdp apre a Renzi, Rosato: ‘Ok, ma votino Rosatellum senza modifiche’. Bersani: ‘Se arroganti, punto di non ritorno’

Il deputato Speranza in un'intervista a Repubblica ha aperto a un dialogo con i dem, a condizione però che vengano considerate modifiche al Rosatellum (preferenze e voto disgiunto). Gli ha risposto il capogruppo Rosato con un mezzo sì. E Bersani: "Risposte non siano arroganti, se no punto di non ritorno"

Mdp apre al Partito democratico, che risponde con una mezzo sì a condizione che votino le legge elettorale che arriverà al Senato il prossimo 24 ottobre. Il più rigido è proprio Matteo Renzi, tanto che Pier Luigi Bersani lo dice chiaro e tondo: “Se arroganti le risposte, sarà un punto di non ritorno”. Iniziano, o meglio continuano, le manovre pre-campagna elettorale e in vista di una ipotetica coalizione che riesca nell’impresa di unire le forze a sinistra: “Sono pronto a incontrare Renzi”, ha detto il deputato di Mdp Roberto Speranza in un’intervista a Repubblica. Che si è rivolto direttamente al segretario dem: “Possiamo vederci già domani, tu sei disponibile?”. A rispondergli in mattinata è stato il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato: “Se c’è la volontà di collaborare, e noi l’abbiamo tutta, le condizioni da mettere devono riguardare il futuro. Intanto approviamo insieme questa legge elettorale, che è un buon modello che ci consentirà di fare la coalizione”. Ma è già sceso il gelo in casa Mdp: “Speranza ha preso una iniziativa importante”, ha scritto Bersani su Facebook, “e ha fatto una proposta seria. C’è da augurarsi che le risposte siano serie e non arroganti e propagandistiche. Sarebbe un punto di non ritorno”.

Speranza dal canto suo aveva specificato “incontriamoci, a meno che il segretario del Pd non continui ad avere più affinità a ragionare con Berlusconi Salvini e Alfano”. E su questo punto proprio Rosato ha risposto piccato: “Mi sembra una provocazione. A votare con Forza Italia è stato proprio Speranza, ad esempio sulla mozione dei 5 Stelle su Bankitalia”. Mdp, come specificato da Speranza, chiede però che sulla legge elettorale ci siano delle modifiche: “Abbandonino”, ha detto il deputato rivolto ai dem, “la strada della fiducia al Rosatellum e modifichiamo la legge con le preferenze, oppure aumentando i collegi uninominali. E prevediamo il voto disgiunto”. Ma non solo: “Renzi deve cambiare le politiche sbagliate degli ultimi anni”, come “Jobs act” e “scuola”. “La destra, ovunque, è fortissima. E nessuno di noi può fare finta di niente. Io di certo non voglio”. Quindi Speranza ha chiesto anche ai suoi che abbiano il coraggio del confronto: “La rottura nel Pd è arrivata dopo una frattura nella società italiana. Se si ha il coraggio di ricomporre questa frattura, e di ragionare di una politica di radicale discontinuità, allora anche noi dobbiamo avere il coraggio di confrontarci“. Renzi gli ha risposto nell’intervista a In mezz’ora con Lucia Annunziata: “Se è possibile inserire le preferenze nel Rosatellum come chiede da Mdp Roberto Speranza? Io sono un pasdaran delle preferenze tant’è che erano nell’Italicum ma si è fatto un accordo con i partiti anche di opposizione per la legge Rosato. Alla luce di questo penso che mettere in discussione la legge elettorale oggi sia molto difficile, perché sembra voler ripartire d’accapo, azzerare tutto”.

Insomma dal Pd sono arrivate risposte gelide, tanto che in casa Mdp regna lo sconforto in merito. “Speranza ha avanzato al Pd una proposta di discussione seria e coraggiosa”, ha scritto in serata il deputato Alfredo D’Attorre, “dalla legge elettorale fino ai temi economici-sociali. Le prime risposte di Renzi e Rosato sono troppo surreali per essere vere, perfino rispetto allo standard a cui il Pd ci ha abituato negli ultimi tempi. Se in quel partito c’è ancora la volontà di evitare il suicidio definitivo e una vittoria a valanga della destra, il primo indispensabile passo è rinunciare a blindare il Rosatellum con altri voti di fiducia al Senato e modificare almeno gli aspetti più assurdi e autolesionistici della legge, partendo dall’introduzione del voto disgiunto”.