Politica

Casapound, è la volta di Porro. Scontro su Che Guevara: “Per voi è un modello, ma a me ha rotto le palle per tutta l’infanzia”

“Il terreno di scontro con CasaPound è quello dell’economia e delle libertà”. Dopo Enrico Mentana e Corrado Formigli, è Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale, il terzo ospite – lunedì 16 ottobre – della serie di appuntamenti-confronti con il vicepresidente di CasaPound Italia, Simone Di Stefano nella sede del movimento a Roma, in via Napoleone III. “Quello che ci rende nemici è l’economia”, spiega Porro. “Io sono un liberista, CasaPound ha un pensiero da destra sociale”. “Forse noi stiamo cercando di far capire che non siamo esattamente di destra”, dice Simone Di Stefano. “Casapound non sta nel centrodestra, non ci vuole stare e ne starà lontana alle prossime elezioni”.

Che Guevara? Un “criminale”, per Porro, “un fanatico come Mohammed Atta”, il terrorista egiziano a capo del commando dell’11 settembre 2001. “Uno che si fa ammazzare perché crede alle sue idee: è questo che CPI ha preso come modello”, ribatte Di Stefano. E Oriana Fallaci? “Oggi descriverebbe la dittatura del pensiero unico. Oggi siamo vittime di un orribile politicamente corretto”, dice il giornalista. “Bisogna guardare con attenzione al mondo islamico”, replica Simone Di Stefano, “per capire chi sono gli amici e quali rapporti possiamo avere, pur continuando a dire a tutti che l’Europa non è casa loro né dell’Islam. La guerra di civiltà portata avanti dalla Fallaci è secondo me sbagliata”