Cronaca

Macellazione rituale, parte dal Friuli la battaglia per vietare la “halal” islamica

Il testo presentato alla giunta da un consigliere di Forza Italia chiede alla Regione di farsi portatrici di un'istanza nazionale per modificare la normativa "prevedendo lo stordimento degli animali", mentre la pratica islamica “impone che l'animale sia integro e cosciente durante il processo di dissanguamento"

Parte da Trieste la crociata per vietare la macellazione rituale su tutto il territorio nazionale. A farsene promotore con una mozione presentata alla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia è il consigliere Roberto Novelli di Forza Italia. Si tratta di materia di competenza statale, quindi non può essere oggetto di una norma regionale. Per questo la mozione si rivolge al governo, con richiesta di “vietare la macellazione rituale, o quantomeno adoperarsi per modificare la normativa prevedendo lo stordimento degli animali, nonché fronteggiare con ogni mezzo il fenomeno della macellazione rituale svolta al di fuori dei centri autorizzati e mobilitare i servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali, affinché implementino la vigilanza nei luoghi deputati alla macellazione islamica, per sincerarsi del puntuale rispetto della normativa vigente”.

La “halal”, ovvero la pratica islamica, “impone che l’animale – ricorda Novelli – sia integro e cosciente durante il processo di dissanguamento, richiesto dal precetto: vengono recisi nettamente trachea, esofago, carotidi e giugulari mentre l’animale è immobilizzato in una gabbia oppure appeso a testa in giù. Una pratica, come denunciato anche più volte sia dalle associazioni animaliste, ma anche da gran parte dell’opinione pubblica, estremamente straziante per l’animale che la subisce, a causa della mancanza di qualsiasi stordimento o anestesia“. E’ per questo che è stato approvato nel 2009 un regolamento della Comunità Europea che ammette la deroga ai metodi di stordimento per motivi religiosi, “ma stabilisce che le macellazioni rituali possano essere fatte solamente presso un impianto autorizzato”. Ed è contro il mancato rispetto di questa norma che si indirizza Novelli.

“Visto che la precettistica e la tradizione religiosa prevedono sia lo stesso fedele a macellare ritualmente l’animale, si sono verificati negli anni passati (e continuano a verificarsi) conclamati casi di uccisioni in case, garage, palestre o giardini ledendo, in questo modo, le basilari norme igienico-sanitarie, in quanto chi macella al di fuori di strutture autorizzate compie un atto illegale e mette in pericolo la salute sua e della sua famiglia”, sostiene il consigliere di Fi. Il che comporterebbe un’ammenda amministrativa e una condanna penale.

In tutta Italia i macelli autorizzati alla pratica rituale sono circa 200, sicuramente pochi per soddisfare le richieste. Novelli chiede alla Giunta friulana di farsi portatrice di un’istanza in sede nazionale: “Visto che alcuni Paesi europei prevedono, anche per la macellazione rituale, il previo stordimento, considerando quest’ultimo un’inderogabile necessità etica dettata dalla civiltà e dal rispetto per il mondo animale, può essere fatto altrettanto anche nel nostro Paese”. Ma serve un provvedimento legislativo.