Cronaca

Alluvione Livorno, Nogarin respinge le dimissioni del portavoce Tafi: “Ha la mia piena fiducia”

Il sindaco rifiuta l'addio annunciato da Tommaso Tafi dopo le polemiche sui comunicati durante l'emergenza pioggia. La nota diffusa mercoledì 13 settembre avrebbe dovuto mettere un freno alle polemiche. Ma si è trasformata in un boomerang: nella versione inviata alle 19:32 il report degli interventi si fermava alle 22 di sabato 9. Come se dopo quell'ora le squadre di soccorso si fossero fermate

Tommaso Tafi, dallo scorso anno portavoce del sindaco M5S di Livorno Filippo Nogarin, ha dato le dimissioni. Ma il primo cittadino pentastellato le ha rifiutate: “Un errore può capitare a chiunque”. Al centro dell’addio annunciato da Tafi c’era il comunicato diffuso la sera di mercoledì 13 settembre, che avrebbe dovuto mettere un freno alle polemiche elencando tutti gli sforzi della Protezione civile comunale durante l’alluvione che nella notte tra sabato e domenica ha fatto 9 vittime. Ma si è trasformato in un boomerang perché, nella prima versione inviata ai giornalisti alle 19:32, il report degli interventi si fermava alle 22 di sabato 9. Come se dopo quell’ora le squadre di soccorso si fossero fermate. Solo alle 7:30 di giovedì mattina è arrivata una nuova mail che spiegava come “per mero errore di trasmissione” la nota fosse incompleta e riportava i dettagli su quanto fatto sabato notte e domenica.

Una svista che, scriveva Tafi annunciando le dimissioni, ha causato “un grave danno di immagine per il Comune di Livorno, per la Protezione civile e per il Sindaco nei confronti di una città ferita“. “Mi assumo la piena responsabilità dell’errore commesso e, viste le gravi conseguenze che questo ha prodotto sulla macchina comunale nel suo complesso, ho deciso di rassegnare le dimissioni da portavoce”, aggiungeva Tafi, spiegando di “non aver controllato a dovere il contenuto del comunicato stampa pubblicato e diffuso”. “Non posso accettare che il puntuale e coraggioso lavoro svolto dai referenti della Protezione civile in servizio quella notte sia messo in discussione a causa di una mia negligenza“, continuava il 33enne giornalista e videomaker, nato a Varese ma fiorentino d’adozione. “Mi scuso con tutte le persone che possono avere subito un danno da questa vicenda e soprattutto mi scuso con l’intera città: la macchina della Protezione civile si è messa in moto per tempo e l’emergenza è stata affrontata con professionalità, tempismo e coraggio“.

Nogarin però lo difende e nel tardo pomeriggio del 14 settembre rifiuta l’abbandono del suo portavoce:  “Respingo con decisione le dimissioni di Tommaso Tafi. In questi giorni difficili per la città e per i livornesi, l’intera macchina amministrativa ha lavorato sotto pressione come mai prima d’ora e un errore può capitare a chiunque”. Secondo il primo cittadino M5s quello di Tafi è stato un “gesto nobile” in cui ha dato testimonianza di ” rispetto” per la città e la “tragedia che sta vivendo”, dimostrando “professionalità e affidabilità”.

“Io credo che – continua il primo cittadino pentastellato –  alla luce del repentino cambio di condizioni meteo rispetto alle previsioni, sia stato fatto tutto ciò che era umanamente possibile per ridurre l’impatto sulla città”. Nogarin poi chiede: “Ci sono state negligenze da parte di qualcuno? No. Qualcosa poteva essere fatto diversamente? Forse si. Sarebbe cambiato qualcosa? Nessuno può dirlo”, scrive. “Quel che è certo è che durante la notte tra sabato e domenica, nel bel mezzo del nubifragio, sia la protezione civile che i volontari delle associazioni sono rimasti in strada a prestare soccorso alle persone in difficoltà – conclude – Voglio però precisare, rispetto alla ricostruzione effettuata dalla Protezione civile, che io sono stato avvertito del disastro per la prima volta dal mio capo di gabinetto, Massimiliano Lami, alle ore 6.46”.

La nota incriminata era stata diffusa dopo che la regione Toscana, chiamata in causa da Nogarin che aveva chiesto “chiarezza” sulle comunicazioni tra Regione e Comune a proposito dell’allerta meteo con codice arancione dello scorso fine settimana, aveva fatto sapere di aver emesso 13 bollettini in un giorno e mezzo. Cioè “quasi uno ogni due ore” anche se il codice arancione diramato dalla regione (che secondo Nogarin non consentiva di prevedere l’ampiezza del fenomeno) ne prevede solo uno ogni 3 ore. Il primo, emanato sabato 9 alle ore 21,39 e valido su tutta la Toscana da mezzanotte alle 23:59 del giorno seguente, comunicava la presenza di un forte sistema temporalesco sulla costa pisana e livornese con piogge intense che già avevano superato i 40 millimetri in un’ora e avrebbero insistito su quella stessa area per le seguenti 2/3 ore.

La parte mancante del comunicato del Comune riporta che alle 23.15 di sabato c’è stata una “ulteriore comunicazione con Soup”, la sala operativa unificata permanente della Protezione civile, “per aggiornamento evoluzione meteo”. “Il referente della Protezione civile a questo punto”, continua la nota, “ha lasciato la sede di via dell’Artigianato per svolgere un sopralluogo insieme ai volontari nella zona di via Firenze, ponte Genova, via P.Pisana, via pian di rota, Ponte Ugione, via nord e in via Enriquez per interventi riguardanti la viabilità e per prestare soccorso alla popolazione in genere”.

Poi “alle ore 01.45, cessata la pioggia e ripristinata la normale circolazione (tranne per il sottopasso Via Firenze ancora chiuso e presidiato dalla PM), venivano disagiati i volontari con indicazione di tornare alle sedi proprie mantenendo comunque un assetto di prontezza operativa”, “alle ore 02.15 arriva una nuova perturbazione” e “il referente attiva di nuovo per via telefono le associazioni di protezione Civile impegnate che tornano a operare nelle zone precedentemente colpite”, alle 2.20 “il referente esce di nuovo per coordinare le operazioni sul campo”. Alle 3:05 “nuova comunicazione con Sala Operativa dei vigili del fuoco in cui si richiede la verifica del livello del Rio maggiore, in quanto segnalato prossimo allo straripamento“. A quel punto “con evidente difficoltà nella circolazione il referente si porta presso il ponte sul Rio maggiore nei pressi dei cimiteri di Ardenza e alle ore 04.03 segnala ai VVF il livello critico delle acque”.

Poi, “constatata la materiale impossibilità di poter effettuare alcun intervento con le attrezzature a sua disposizione in tali condizioni meteo avverse e si sposta presso il vicino Comando dei Vigili del fuoco per poter meglio coordinare le squadre e le pattuglie”. Le operazioni in cooperazione con i vigili del fuoco “si svolgono tra le ore 04.10 e le ore 7.30 circa presso la sala operativa VVF. In questo periodo di tempo il referente segnala l’evolversi della situazione sia al dirigente della protezione civile Pucciarelli sia al sindaco. Provvede inoltre ad attivare telefonicamente tutte le associazioni di volontariato mettendo a disposizione tutte le risorse disponibili, stante l’evolversi della situazione e considerato le richieste e le notizie che pervenivano presso la sala dei vigili del fuoco”.