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Vitalizi, in Veneto il M5s sfida la Lega: “Eliminiamoli a chi ha patteggiato per reati contro la pubblica amministrazione”

Con due disegni di legge, il Movimento Cinque Stelle presente nel consiglio regionale del Veneto cerca di portare un nuovo colpo all'istituto economico – che costa 13 milioni di euro all'anno - di cui godono gli ex rappresentanti eletti a Palazzo Ferro Fini

Eliminare i vitalizi agli ex consiglieri regionali che hanno patteggiato una pena per reati contro la pubblica amministrazione. Estendere anche all’indennità di fine mandato il divieto di percepire i vitalizi già previsto per i condannati. Eliminazione del diritto ad avere una sede, con personale e servizi, per l’associazione che da un quarto di secolo raccoglie gli ex consiglieri regionali e che si oppone al ricalco delle prebende a vita. Con due disegni di legge, il Movimento Cinque Stelle presente nel consiglio regionale del Veneto cerca di portare un nuovo colpo all’istituto economico – che costa 13 milioni di euro all’anno – di cui godono gli ex rappresentanti eletti a Palazzo Ferro Fini.

“Molti procedimenti penali per il Mose, ma lo stesso si può dire per Tangentopoli e altre vicende ben poco edificanti, sono sfociati nei patteggiamenti, ovvero l’applicazione della pena su richiesta. È un rito alternativo che permette di irrogare una pena più mite (fino ad un terzo) correlata ad altri benefici” spiega Jacopo Berti, primo firmatario delle due proposte. Siccome, in base a una legge del 2012, c’è già il divieto a pagare il vitalizio regionale ai condannati per reati contro la pubblica amministrazione, “adesso chiediamo l’estensione anche al patteggiamento. È una questione etica e politica: chi patteggia una pena, per di più per accuse legate al proprio ruolo, non può essere paragonato ad un cittadino che mai ha avuto a che fare con la giustizia”.

Scorrendo l’elenco di chi beneficia dei vitalizi (in totale sono 245, compresi i titolari di assegni di reversibilità) si trovano nomi importanti. Si comincia con l’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan, e l’ex assessore regionale ai trasporti Renato Chisso, entrambi di Forza Italia. Ma per entrambi la magistratura ha già provveduto al sequestro del denaro, visto che Galan è stato condannato a due anni e 10 mesi di reclusione e a un risarcimento di oltre due milioni di euro, mentre Chisso ha patteggiato due anni e 6 mesi, con un risarcimento di due milioni di euro. Per entrambi, poi, c’è una pesante condanna (oltre 5 milioni di euro ciascuno) da parte della Corte dei Conti. Del patteggiamento ha beneficiato Giampietro Marchese, ex consigliere regionale del Pd, che ha concordato una pena di 11 mesi e 20mila euro. Lia Sartori, che fu presidente del consiglio regionale e assessore, è invece imputata nel dibattimento in corso a Venezia. “Oltre a questi – ha spiegato Berti – ritroviamo gente coinvolta in Tangentopoli che tuttora percepisce decine di migliaia di euro l’anno. Questo è un insulto ai cittadini che non arrivano a fine mese con i loro magri stipendi”.

Con la seconda proposta di legge M5S punta “l’associazione di ex consiglieri regionali che lottano per tenere le unghie sui propri vitalizi. E lo fanno utilizzando personale e uffici della Regione: usano risorse pubbliche per mantenere un odioso privilegio”. Infatti, alcuni mesi fa hanno scritto una lettera alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati che era impegnata a studiare una riforma dei vitalizi, con il ricalcolo che comporterebbe una riduzione dei loro privilegi. “Ma cosa, di così gravoso e immorale, è stato chiesto agli ex consiglieri? Semplicemente, contenuto in un progetto di legge nazionale al vaglio delle Camere, il ricalcolo degli assegni su base contributiva con effetti retroattivi e valore indicizzato. È quello che, con le varie riforme previdenziali ‘lacrime e sangue‘ è stato chiesto a gran parte dei cittadini italiani. Gli ex consiglieri sono impegnati in una battaglia di casta, di difesa del privilegio, a tutela del loro status e non certo nell’interesse dei cittadini veneti”. Per farlo utilizzerebbero anche i benefici delle strutture regionali, per questo la legge di fatto li sfratterebbe da un palazzo della Regione in centro storico a Venezia. Conclusione dei Cinquestelle: “Da troppo tempo aspettiamo che questa maggioranza dia seguito alle promesse sul taglio dei vitalizi. È ovvio ormai che non vogliono farlo. Queste leggi, immediatamente applicabili, possono essere portate in consiglio anche subito. Vedremo se la Lega ha gli attributi per farlo o se preferiranno perdere altro tempo mentre le famiglie venete tirano la cinghia”.