Lavoro & Precari

Sicurezza sul lavoro, i giochi di prestigio della Regione Toscana

Si buttano soldi a palate, nelle amministrazioni ci sono sprechi a non finire e poi, quando si risparmia, dove finisce la mannaia? Sulla sicurezza sul lavoro. Ebbene sì, è questa la scelta della Regione Toscana, che con un colpo di spugna ha levato di mezzo l’intero settore “Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro”, facendone confluire le competenze sotto il ben più poetico, se così posso definirlo, “Prevenzione collettiva” che contiene di tutto un po’.

Un danno clamoroso a prevenzione e organizzazione di un settore chiave” per il capogruppo di Sinistra italiana, Tommaso Fattori, che ha denunciato l’accaduto; una decisione ufficializzata dal 1° settembre, attraverso la quale il settore declassato è stato fatto confluire in un’unica struttura che assomma svariate altre competenze, anche molto distanti tra loro, limitando azioni e iniziative nell’ambito in cui azioni di sensibilizzazione servirebbero un giorno sì e un altro pure. No, dico: ma proprio sulla sicurezza dovevano risparmiare?

In una mozione regionale a firma del capogruppo Fattori e del consigliere Paolo Sarti, vengono chieste spiegazioni sull’accaduto anche alla luce dei 38 morti sul lavoro in Toscana che si registrano da gennaio. A questi dati, resi noti dall’Inail, si sommano gli ultimi incidenti mortali a Lucca e Prato con altre 3 vittime.

Per non parlare, poi, delle denunce di infortuni che, solo in questa regione, sono state ben 29.564 dal 1 gennaio al 31 luglio. Sono cifre notevoli se si pensa che fanno registrare un +203 sullo stesso periodo del 2016. Infine in aumento anche le denunce di malattie professionali, ben 4908 (+52 rispetto al 2016). Che fare, quindi, davanti a questi numeri? Sfornare il decreto n. 11866 per la revisione dell’organizzazione sopprimendo il settore e spostando le competenze nel nuovissimo e genericissimo “Prevenzione collettiva“.

Che, attenzione attenzione, contiene: ambienti di vita, alimenti e veterinaria. Di tutto un po’, insomma. Tanto da spingerci a suggerire anche altri inserimenti nel settore, del tipo, che so, tavoli permanenti su “Orientamento astrale” o “Rischi del fantacalcio”. Ma occhio, diciamolo a bassa voce, che magari in nome dei “tagli” che tanto solleticano la pancia dell’elettorato potrebbero prenderci sul serio.