Giustizia & Impunità

Stalking, 2 arresti ad Agrigento e a Bari. L’ex compagno diceva alla vittima: “Ti metto sulla sedia a rotelle”

Così si esprimeva il presunto stalker siciliano, secondo quanto ricostruito nelle indagini. In Puglia, invece, un 22enne lasciava manoscritti con frasi minatorie a sfondo sessuale sul parabrezza dell’auto, nella cassetta della posta, sulla porta d’ingresso, nel box auto, in ufficio e persino sulla tomba del padre della vittima

Minacciavano le loro ex compagne e le pedinavano. Uno dei due era arrivato a lasciare messaggi minatori sulla tomba del padre di lei. Le avevano di fatto costrette a cambiare le loro abitudini di vita. Due storie di stalking arrivano da Agrigento e Bari, dove carabinieri e polizia hanno arrestato i due uomini per atti persecutori.

In Sicilia, un uomo di 40 anni era arrivato a dire alla sua ex: “Tu qui a Realmonte hai finito di venire, te lo garantisco io. Appena tu vieni la ‘piangi’ pure, capito? Tu la piangi di brutto perché ti metto sulla sedia a rotelle“. Le indagini, andate avanti due mesi, hanno permesso di accertare come l’uomo da tempo, spiegano gli investigatori, esercitava “una pressante azione di controllo” con continui passaggi a bordo della propria auto nei pressi dell’abitazione della vittima, continui appostamenti, pedinamenti, minacce di morte e vere e proprie aggressioni.

Una storia simile a quella ricostruita dalla polizia di Bari, dove un giovane di 22 anni pedinava dal 2015 i luoghi frequentati da una sua ex. Il presunto stalker lasciava manoscritti con frasi minatorie a sfondo sessuale sul parabrezza dell’auto, nella cassetta della posta, sulla porta d’ingresso, nel box auto, in ufficio e persino sulla tomba del padre defunto. Fino a quando l’altro giorno gli agenti non sono intervenuti nel quartiere Japigia bloccando il giovane.

La donna aveva trovato lo stalker accovacciato dietro la sua auto in attesa del suo arrivo e, spaventata, ha chiesto aiuto al 113. I poliziotti hanno rintracciato il giovane ancora fra le auto in sosta, mentre era intento a scrivere su un quaderno un altro messaggio diretto alla vittima. Sullo stesso quaderno erano stati scritti altri cinque messaggi sempre con la stessa destinataria e con lo stesso tenore ingiurioso e a sfondo sessuale. La vittima aveva già formalizzato una denuncia per lo stesso reato e che a causa degli atti persecutori subiti nel tempo era stata costretta a modificare le sue abitudini di vita, ormai preoccupata per la propria incolumità.