Politica

Roma, scontro tra anime M5s sugli sgomberi. Di Maio difende la polizia, ma Fico: “Uno Stato così non mi rappresenta”

Il vicepresidente M5s della Camera su La7: "Allucinante che faccia più notizia la frase dell'agente e non i lanci contro le forze dell'ordine". Ma il collega deputato su Facebook critica le modalità dell'operazione. E il senatore Morra evoca Gandhi e il G8. Intanto il primo cittadino Pd di Forano, nel reatino, dove i privati dovrebbero ospitare 40 rifugiati: “Assolutamente contrario”

Da una parte Luigi Di Maio difende la polizia, dall’altra Roberto Fico condanna uno Stato che “sgombera donne, bambini e disabili”. In coda si mette Nicola Morra che invoca Gandhi e condanna la violenza. Sono le due anime del Movimento 5 stelle che, mai come di fronte agli scontri tra migranti e forze dell’ordine a piazza Indipendenza a Roma avvenuti ieri mattina, emergono in queste ore tra dichiarazioni in televisione e post su Facebook. Il primo a rompere il silenzio dei vertici nazionali è stato Di Maio: “Allucinante che faccia più notizia una frase infelice di un agente che i lanci dei rifugiati contro la polizia”, ha detto a Omnibus su La7 dopo aver difeso la sindaca Virginia Raggi che, secondo lui, deve “pensare prima ai romani“. Poche ore dopo Fico, quello che fra pochi giorni potrebbe essere suo avversario alle primarie M5s per il candidato premier, ha scelto Facebook per dire, in modo neppure troppo velato, che la pensa diversamente: “Uno Stato così non mi rappresenta”, ha detto. Il deputato, spesso molto critico con la linea ufficiale, non è solo. A seguirlo poco dopo è un altro papabile avversario in campagna elettorale, ovvero il senatore Morra che, rilanciando il post del collega, ha scritto: “Noi dobbiamo essere razionalità che difende i diritti dall’istintività della violenza, dobbiamo essere gandhiani che rifiutano la violenza sempre, da chiunque provenga. A meno che non si voglia tornare al G8 di Genova“.

Intanto la lunga odissea dei 400 stranieri (per la maggior parte rifugiati politici), sgomberati dal palazzo via Curtatone sabato scorso, è tutt’altro che vicina a una soluzione. Circa quaranta hanno accettato una delle soluzioni offerte dal Campidoglio, ovvero il trasferimento in villette in provincia di Rieti. Cosa che però, ora, è stata criticata dal sindaco del paese in questione, ovvero il dem Marco Cortella di Forano. “Sono assolutamente contrario ad un’ipotesi del genere, come peraltro ho detto al prefetto di Rieti, perché la comunità non l’accetterebbe e non per un problema di razzismo ma per oggettivi problemi caratterizzati già dall’elevato numero di migranti ospitati a Forano”. Il primo cittadino ha anche detto di non essere stato avvertito per tempo dell’arrivo degli stranieri: “Siamo di fronte all’inciviltà istituzionale”, ha dichiarato all’agenzia Ansa. Sul tavolo c’è, tra le altre cose, l’offerta del Vaticano che, a ilfattoquotidiano.it, ha fatto sapere di essere disponibile ad accogliere i rifugiati sfollati nelle scorse ore.

L’intervento delle forze dell’ordine ha fatto molto discutere, provocando polemiche e critiche da parte non solo delle opposizioni, ma anche di associazioni ed esponenti del Vaticano. Sotto accusa, tra le altre cose, c’è la frase di un poliziotto che, durante gli scontri, ha detto: “Se tirano qualcosa, spaccategli un braccio”. La questura ha aperto un’indagine e il Capo della polizia Franco Gabrielli, intervistato da Repubblica, ha dichiarato: “E’ una frase grave, non faremo sconti a nessuno”. Ma ha anche aggiunto: “Non diventino foglia di fico per coprire altre responsabilità”. Sul tema è intervenuta anche Ilaria Cucchi, la sorella del ragazzo morto nel 2009 mentre era in custodia cautelare: “Caro Beppe”, ha scritto nel suo blog sull’Huffington Post, “argina Di Maio e la sua legge del taglione”. Nella lettera aperta, ha anche ricordato che proprio il comico M5s fu tra i primi a prendere posizione in difesa della famiglia Aldrovandi contro le violenze della polizia e che la stessa Raggi si costituirà parte civile con il comune di Roma nel nuovo processo sui fatti che hanno riguardato Stefano Cucchi. “Beppe ti prego”, ha concluso, “fa che il Movimento da te fondato non perda la sua preziosa identità proprio in una materia così delicata come il rispetto dei diritti umani”.

Di Maio: “Non posso immaginare che si lancino bombole alla polizia di Stato”
Ad aprire il fronte delle polemiche è stato l’intervento di Luigi Di Maio di questa mattina. Il vicepresidente M5s della Camera, intervistato a Omnibus su La7, ha deciso di schierarsi apertamente in difesa della sindaca Raggi e delle forze dell’ordine. Parole che sono arrivate dopo 24 ore di silenzio dei vertici nazionali sul tema e che, fin da subito, hanno provocato numerose polemiche. “Non posso immaginare che si lancino bombole alla polizia di Stato perché questi qua vogliono stare a Roma invece che in provincia di Rieti”, ha detto. Il riferimento è al fatto che i rifugiati, da quattro anni abitanti del palazzo di via Curtatone, avevano ricevuto come offerta quella di spostarsi per solo 6 mesi in strutture fuori dalla città. La maggior parte di loro non ha accettato. L’esponente M5s ha quindi difeso l’operato dell’amministrazione capitolina: “Anche gli insegnanti della Buona Scuola volevano continuare a insegnare in Sicilia e li hanno sbattuti in Trentino Alto Adige…”. Gli stessi grillini avevano condannato i trasferimenti per gli insegnanti, previsti dalla riforma del governo Renzi. Il vicepresidente della Camera M5s ha quindi detto che è d’accordo con le modalità e lo spirito dello sgombero. “Se c’è un immobile occupato abusivamente in questo caso da migranti rifugiati è giusto che questo immobile venga sgomberato. Si devono sgomberare gli immobili abusivi, si deve dare un’alternativa a queste persone, perché sono rifugiati aventi diritto, ma non si può tollerare che si lancino bombole di gas o altri oggetti contro la nostra polizia di stato ed è allucinante che stamattina faccia più notizia una frase infelice di un agente che spero abbia fatto solo per la tensione del momento. Fa più notizia questo che loro che lanciano di tutto contro la polizia”. E infine, il grillino ha assicurato che a Roma in risultati stanno arrivando: “Grazie alla nostra azione, oggi l’assemblea capitolina costa ai cittadini romani l’80% in meno rispetto a quando c’erano gli ‘esperti’ Marino e Alemanno. Stiamo portando a casa i risultati: Roma è una partita da vincere ma non dura 90 minuti, dura 5 anni. A me interessa vincere questa partita per risolvere i problemi dei romani, non mi interessano i cambi che farà il mister. L’obiettivo è la cosa più importante”.

Ma Fico: “Uno Stato così non mi rappresenta”
L’intervento che va in direzione diversa è quello del deputato Roberto Fico, tra le altre cose probabile sfidante di Di Maio alle primarie M5s per la scelta del candidato presidente del Consiglio del Movimento. “Uno Stato”, ha scritto su Facebook, “che si organizza in questo modo per sgombrare da un palazzo abitato da bambini, donne e uomini che hanno oltretutto lo status costituzionale di rifugiati è uno Stato che non mi rappresenta. La mediazione culturale e il dialogo si attuano ad oltranza. Il questore di Roma e il prefetto di Roma hanno sbagliato e queste sono tutte nomine di responsabilità governativa. Il governo ne tragga le dovute conseguenze”. Proprio sugli scontri di piazza Indipendenza, si è quindi espresso in direzione opposta a Di Maio: “Il lancio di una bombola del gas contro le forze di polizia così come la frase del funzionario di polizia sono atti e atteggiamenti gravissimi, ma non cadrò nel tranello di parteggiare per l’una o per l’altra parte. Le responsabilità penali nella nostra giurisprudenza sono personali e in quanto tali vanno considerate. Voglio affermare con forza che il dialogo, la cooperazione, l’integrazione, la mediazione culturale, l’inclusione partendo proprio dai più deboli della nostra società debbono essere valori fondanti di tutte le politiche e voci importanti del bilancio”. Quindi la conclusione in nome di una maggiore integrazione: “In un’epoca in cui il terrorismo colpisce il cuore delle nostre città, la risposta di tutta la società deve essere una politica attiva per la pace, rivendendo anche le parole che si usano, gli atteggiamenti che si hanno e analizzare i problemi sia a valle che a monte per non vedere semplicemente una parte della realtà. La guerra e la violenza sono sempre evitabili e non sono mai uno strumento di risoluzione di qualsivoglia tipo di conflitto”.

Il senatore Morra: “Dobbiamo essere gandhiani”
Ad andare nella stessa direzione di Fico è stato Nicola Morra, senatore spesso in contrasto con le posizioni più dure del M5s. “Il Movimento è nato per superare le logiche di contrapposizione (bianco – nero, buoni – cattivi, destra – sinistra)”, ha scritto condividendo il post di Facebook di Fico, “che hanno sempre contraddistinto il potere non democratico. La filosofia del divide et impera è funzionale ad interessi che ben conosciamo. Noi dobbiamo essere razionalità che difende i diritti dall’istintività della violenza, dobbiamo essere gandhiani che rifiutano la violenza sempre, da chiunque provenga. Quello che è successo a Roma rinvia a responsabilità che probabilmente sono da attribuire ad organismi che rispondono gerarchicamente al Viminale. Non ci può essere nessun campo di battaglia in alcun posto della Repubblica. Sempre che si sia in uno Stato di diritto. E democratico. A meno che non si voglia tornare al G8 di Genova”.

La Raggi rompe il silenzio: “Vergognoso scaricabarile”
La prima cittadina ha scelto di esporsi dopo più di un giorno dai fatti di piazza Indipendenza. “In Italia l’accoglienza è ormai una vera e propria emergenza ma, piuttosto che affrontare la questione, stiamo assistendo a un vergognoso scaricabarile. C’è chi si indigna ma poi volta la faccia dall’altra parte. C’è ipocrisia”. La Raggi fa il punto sull’accaduto nell’edificio “occupato abusivamente e sottratto ad un gruppo di imprenditori” e rivendica la correttezza dell’operato della sua amministrazione, contestando invece a Regione e governo di non aver fatto il proprio dovere. “Centinaia di uomini, donne e bambini finiti in strada senza un tetto. Questa è la conseguenza di anni di disinteresse, è il segno dell’inadeguatezza della attuale politica sull’immigrazione e sull’accoglienza”, ha scritto la sindaca. E ha anche detto che l’amministrazione “ha compiuto fino in fondo il proprio dovere, attenendosi alla legge e offrendo un’alternativa alloggiativa a coloro che tra gli occupanti dello stabile ne hanno diritto: madri con bambini, anziani, disabili, tutti quelli che vengono definiti soggetti con fragilità. Nei mesi scorsi abbiamo provato a fare un censimento per capire chi avesse diritto a ricevere assistenza ma agli operatori del Comune di Roma è stato impedito più volte di entrare nel palazzo dagli stessi occupanti. La Prefettura nei dati che ci ha comunicato il giorno dello sgombero non ha citato la presenza di 37 bambini. Siamo stati avvisati dello sgombero a poco più di 12 ore dall’inizio. Abbiamo messo in campo tutte le nostre forze, offrendo accoglienza mediante la Sala Operativa Sociale (SOS)”. La Raggi ha quindi attaccato la Regione e il governo: “Un dovere che non tutti hanno compiuto. Mi riferisco senza mezzi termini alla Regione che ha disatteso il decreto legge Minniti che la chiama direttamente in causa. Ma mi riferisco anche all’assenza di adeguate politiche nazionali”. La Raggi ha quindi lamentato il mancato funzionamento del sistema Sprar per i rifugiati.

Il capo della Polizia Gabrielli: “Grave la frase del funzionario”
Sui fatti di piazza Indipendenza si è espresso anche il capo della Polizia Franco Gabrielli: “La frase pronunciata in piazza è grave”, ha detto a Repubblica parlando dell’agente messo sotto accusa, “quindi avrà delle conseguenze. Abbiamo avviato le nostre procedure interne e non si faranno sconti. Questo deve essere chiaro. Ma ritengo altrettanto grave che l’idrante e le frasi improvvide pronunciate durate la carica diventino una foglia di fico”. Gabrielli ha quindi affermato che “gli scontri si potevano evitare”: “La gravità di quello che è successo in piazza non può diventare un alibi per coprire altre responsabilità, altrettanto gravi. E non della Polizia”, ma “di chi ha consentito a un’umanità varia di vivere in condizioni sub-umane nel centro della capitale. E dunque che si arrivasse a quello che abbiamo visto oggi”, ha aggiunto Gabrielli. “Due anni fa, da prefetto di Roma, insieme all’allora commissario straordinario Tronca avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive. E questo perché il tema delle occupazioni non si risolve con gli sgomberi ma trovando soluzioni alternative”, ha raccontato Gabrielli. “Non ho più avuto contezza di cosa sia accaduto di quel lavoro fatto insieme a Tronca. Era previsto da un delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive. Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?”.