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Referendum Venezuela, commissione garante: “7,1 milioni di voti, 98% contro la riforma costituzionale di Maduro”

La consultazione, dal valore simbolico, è stata promossa dalle opposizioni riunite nella "Mesa de la unidad democratica" per dire no al piano del presidente di istituire un'Assemblea costituente, riscrivere la Costituzione e ottenere i pieni poteri. Il governo, da parte sua, punta ad un altro referendum ufficiale il 30 luglio

Il 98% dei 7.186.170 di venezuelani che hanno votato al referendum informale organizzato dalle opposizioni ha detto no al piano del presidente Nicolas Maduro di istituire una Assemblea costituente, riscrivere la Costituzione e ottenere i pieni poteri. Lo riferisce, in base al 95% dei voti scrutinati, il rettore della Universidad Central de Venezuela (UCV), Cecilia García Arocha, che insieme ad altri rettori di atenei, fa parte della commissione dei garanti della consultazione promossa dalle opposizioni.

Una consultazione che si è svolta nel clima difficile che da mesi affligge il Paese. Almeno due persone sarebbero state uccise ieri durante il voto, riferisce il portavoce dell’opposizione Carlos Ortiz, secondo cui un attacco “paramilitare” è stato sferrato a un seggio elettorale a Catia, a nord ovest di Caracas. Altre quattro persone sarebbero state ferite gravemente. Secondo i media locali, durante l’attacco circa 500 persone hanno trovato riparo all’interno della chiesa, mentre a bordo di motociclette, il gruppo ‘colectivos’, le milizie paramilitari pro governative, sparava contro le persone in coda per votare.

E’ stata una prova di forza per dire “no”, ancora una volta, al piano del presidente. La mobilitazione, sulla scia di un’ondata di proteste lunga ormai molte settimane, è stata avviata dalla Mud (Mesa de la unidad democratica), il fronte dell’opposizione al quale partecipano una trentina di partiti, gruppi e movimenti antichavisti. Gli obiettivi dell’iniziativa, dal nome El pueblo decide, sono chiari: rimandare al mittente, cioé a Maduro, l’idea di riscrivere la Costituzione. Il presidente, da parte sua, punta ad un altro referendum ufficiale sul nuovo organismo legislativo, in programma il 30 luglio.

L’iniziativa della Mud è nata infatti al di fuori dell’ambito e dei meccanismi elettorali ufficiali. Ed è proprio questa la ragione per la quale si tratta di un referendum “simbolico“, fatto che nulla toglie però al forte valore politico dell’iniziativa. Tre i quesiti ai quali tutti i venezuelani sono stati invitati a rispondere: il primo – e più rilevante – se si intende respingere la costituente di Maduro. Il secondo chiede invece se le forze armate devono “ubbidire e difendere la Costituzione del 1999“, il terzo se si approva il rinnovo dei poteri dello Stato, la convocazione di libere elezioni e un nuovo governo di unità nazionale. La consultazione è scattata alle 7 del mattino in diversi punti di Caracas e di altre città dove si trovavano i centri per le votazioni allestiti dall’opposizione: in totale, 2 mila punti denominati ‘della sovranità’ oltre ai luoghi dove era possibile votare all’estero.

Della critica situazione del Paese latinoamericano si è occupato oggi, come già tante altre volte negli ultimi mesi, anche Papa Francesco, il quale ha rivolto un saluto particolare alla fine dell’Angelus alla comunità dei venezuelani residenti in Italia: “Rivolgo alla comunità cattolica venezuelana un saluto speciale, rinnovando la preghiera per il vostro amato Paese”, ha affermato il Papa argentino rivolto alla collettività venezuelana anti-Maduro che domenica si è radunata non solo a Roma ma anche in tante altre città del mondo.