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M5S-Lega, Scanzi: “Alleanza meno probabile del pallone d’oro a Nardella o del Nobel alla letteratura a Gasparri”

L’asse M5S-Lega? Credo che sia l’unica cosa meno probabile del pallone d’oro a Nardella o, se preferite, del premio Nobel alla letteratura a Gasparri”. Così il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, commenta l’ipotesi di alleanza tra 5 Stelle e Carroccio, nel corso di In Onda Estate (La7). Poi ironizza sul presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ospite in studio: “Do un piccolo dispiacere a questo novello Churchill che sarebbe Giovanni Toti, perché lo avete introdotto come se fosse il nuovo leader confederatore del centrodestra. Il centrodestra ha raggiunto una buona vittoria alle amministrative, che, però, sono uno sport leggermente diverso dalle nazionali. Nei ballottaggi abbiamo visto che Renzi è così detestato che anche quelli che voterebbero a sinistra preferiscono votare un berlusconiano che non un renziano”. Scanzi menziona il caso di Arezzo, città dell’ex ministro Maria Elena Boschi, all’epoca all’apice del renzismo: ai ballottaggi del 2015 fu preferito un candidato di centrodestra a quello del Pd. Toti replica: “E’ un problema della sinistra, non nostro”. “E’ ovvio, voi passate alla cassa” – risponde il giornalista – “Mi permetto solo di correggerla sul fatto che si tratta del centrosinistra, non della sinistra: associare Renzi alla sinistra è un trip mentale che non riesco a fare stasera. Riguardo allo scenario nazionale, per il centrodestra gli scenari, secondo me, sono due: o vi confederate, riuscendo ad accorpare tutto e includendo anche la destra radicale e lepenista, oppure continuate con la strada che va avanti da anni e che non rivelate adesso. Cioè, il famoso Renzusconi”. E aggiunge: “ Io vedo un Paese tripartitico, cioè un centrosinistra, un centrodestra e un M5S. Nessuno di voi tre ce la fa con questa legge elettorale e con qualsiasi legge elettorale a correre da soli. Se, quindi, dovessi scommettere un euro, io punterei al famoso Renzusconi. Cioè, in pubblico fate finta di litigare, poi però vi vedete nelle segrete stanze e vi accordate per stare insieme, in nome di un imperativo: far fuori la sinistra radicale e il M5S