Cronaca

Lara “Khadija” Bombonati, la grafica pubblicitaria diventata staffetta dei jihadisti in Siria e pronta al martirio

Dalle colline dell’Alessandrino questa ragazza dalla faccia acqua e sapone aveva raggiunto la Turchia nel 2014 e si era trasferita in Siria insieme al marito, Francesco Cascio, originario di Erice (Trapani), sposato nel 2012. Lui era diventato un combattente, lei aiutava la causa jihadista spostandosi da una parte all'altra verso il territorio turco

Aveva scelto il nome della prima moglie di Maometto per diventare musulmana. Ma Lara “Khadija” Bombonati, 26 anni, grafica pubblicitaria, non si era fermata ad abbracciare una fede. Da sposa di un italiano anch’egli convertito all’Islam – forse morto in battaglia da “martire – prima di rientrare in Italia era diventata una staffetta per gli uomini del Califfato portando informazioni da una parte all’altra dei confini di Turchia e Siria. Ma lì dove Isis continua a combattere e a resistere Lara voleva ritornare ed è per questo che è stata fermata dagli uomini della Digos di Torino su ordine della Procura. La giovane stava organizzando il viaggio attraverso alcuni “contatti in Belgio”.

Dalle colline dell’Alessandrino questa ragazza dalla faccia acqua e sapone aveva raggiunto la Turchia nel 2014 e si era trasferita in Siria insieme al marito, Francesco Cascio, originario di Erice (Trapani), sposato nel 2012. Lui era diventato un combattente, lei aiutava la causa jihadista spostandosi da una parte all’altra verso il territorio turco. “Tra le varie attività operate nel periodo di militanza presso la propaggine jihadista”, sottolineano gli inquirenti, “si era recata in Turchia con lo specifico incarico impartitole dal leader, della consegna e acquisizione ovvero occultamento e distruzione di non meglio precisati documenti“. In questo frangente era stata scoperta dalle autorità turche mentre tentava di rientrare in Siria. Era stata arrestata e quindi espulsa, per poi tornare in Italia. Rientrata a casa, a Tortona (Alessandria), nessuno aveva più visto il suo volto, ma solo un burqa nero che permetteva di intravedere gli occhi. Gli investigatori l’hanno monitorata per molto tempo effettuato scoprendo come era presumibilmente morto il marito il 26 dicembre scorso “durante un’irruzione armata in un campo d’addestramento in territorio siriano”. Nonostante Khadija fosse prudente i detective hanno potuto rendersi conto con la giovane fosse quasi ossessionata dal jihad “con interessamenti verso altri teatri bellici quali Sudan, Somalia e Palestina al fine di diventare martire“. Secondo gli investigatori la giovane sarebbe inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, ‘Organizzazione per la liberazione del Levante’. Lunedì sarà interrogata dal gip di Alessandria

“L’ultima volta che l’ho vista è stato a Natale, è venuta a farmi gli auguri, ma di quello che sta accadendo non so nulla… – dice Miranda ai giornalisti la nonna – Una terrorista? Mia nipote? È una brava ragazza...”, si limita a dire la donna davanti alla casa di Garbagna assediata dai giornalisti. “Si erano conosciuti qui, sì”, ricorda la nonna prima di essere accompagnata in casa da una parente. “Prima di dare giudizi affrettati, aspettiamo gli sviluppi delle indagini, ma siamo molto dispiaciuti per la sua famiglia e, in particolare, per la mamma, una bravissima concittadina” dice Fabio Semino, sindaco di Garbagna. Ancora residente nel paese, famoso per le ciliegie, la giovane non si vedeva ormai da anni ma la notizia del suo arresto ha destato molto scalpore. “La ricordo girare con il velo, una cosa che all’epoca destava molto scalpore – dice il primo cittadino -. Siamo una piccola comunità e, anche se allora non c’erano le preoccupazioni di oggi, era strano vedere una nostra concittadina vestita come una musulmana”.