Diritti

Divorzio, giudice di Milano: “Sentenza sul tenore di vita da applicare sui processi in corso. Resta da valutare il singolo caso”

La Cassazione aveva stabilito che il tenore di vita non è un parametro da valutare per l'assegnazione del mantenimento divorzile. l presidente della sezione Famiglia Anna Cattaneo: "Il principio da applicare fin da subito, ma i magistrati potranno discostarsi in casi specifici"

La recente sentenza della Cassazione che ha archiviato il parametro del tenore di vita per l’assegnazione del mantenimento divorzile in favore di quello dell’indipendenza economica dell’ex coniuge è “un principio da applicare anche ai processi in corso”, anche se quella pronuncia “presenta della criticità” e andranno valutati i casi concreti. Lo ha spiegato Anna Cattaneo, presidente della nona sezione civile del Tribunale di Milano che si occupa di famiglia, in un convegno al Palagiustizia milanese proprio sul tema del “nuovo assegno di divorzio”.

Per Cattaneo una delle “criticità” è che la pronuncia dello scorso maggio è arrivata “da una Cassazione a sezioni semplici” che ha superato il vecchio principio espresso “dalle Sezioni Unite”, mentre sarebbe stato più semplice dal punto di vista procedurale fare decidere ancora alle Sezioni Unite. “A questo punto – ha chiarito – non sappiamo come sarà il futuro, ma comunque la sentenza è un precedente importante, un principio da applicare”. Anche se poi i giudici nei casi specifici potranno anche “discostarsi” dalla sentenza, motivando anche su quelle “criticità” che presenta. Cattaneo ha anche sottolineato come il parametro del tenore di vita “è solo un primo aspetto” che hanno valutato i giudici in questi anni e ha voluto ricordare anche che le mogli che non lavorano “fanno un lavoro casalingo non retribuito”.

Rosa Muscio, giudice della stessa sezione milanese, ha spiegato allo stesso modo che “sarà nostro compito applicare il nuovo orientamento ai casi che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni, ma servirà particolare attenzione”. Secondo l’avvocato Maria Antonietta Izzo, ad esempio, bisognerà tenere conto che “chi ha scelto di dedicare la sua vita al sacrificio nella famiglia non potrà essere liquidato con il minimo importo”. Sulla questione è intervenuta anche il magistrato di Torino Michela Tamagnone che ha parlato, invece, di “sentenza rivoluzionaria e che condivido, perché ha scardinato il totem del tenore di vita come primo punto fermo a cui fare riferimento”.