Media & Regime

La Corte di Strasburgo: “I giornalisti non possono violare il segreto istruttorio”

La sentenza, presa all’unanimità, stabilisce che non si possono pubblicare atti di cui ancora non sia stata data lettura in aula nemmeno in nome della libertà di stampa: altrimenti si ledono il buon funzionamento della giustizia e il diritto alla privacy

Quasi quattromila euro di multa per aver pubblicato atti coperti dal segreto istruttorio: la Corte europea dei diritti dell’uomo ha confermato la condanna inflitta dai tribunali svizzeri ad un giornalista. La sentenza, decisa all’unanimità, stabilisce che i giornalisti non hanno il diritto di violare il segreto istruttorio in nome della libertà di stampa sottolineando che il rispetto del segreto istruttorio non protegge solo le persone coinvolte nell’inchiesta penale. La Corte afferma che il segreto istruttorio garantisce infatti il buon funzionamento della giustizia, oltre al diritto dell’accusato ad avere un processo equo e i diritti del ricorrente e delle presunte vittime al rispetto della loro vita privata. Inoltre, secondo la Corte, la sanzione imposta al giornalista (una multa di circa 3.850 euro) non rischia di avere un effetto dissuasivo sull’esercizio della libertà di stampa, e non limita il diritto di informare il pubblico su una procedura penale in corso.

La sentenza della Corte di Strasburgo arriva qualche giorno dopo quella sul caso del settimanale francese Le Point, che aveva pubblicato atti giudiziari sul caso Bettencourt, ereditiera dell’impero L’Oreal, prima della loro lettura in aula. Anche in questo caso i giudici hanno affermato che sanzionare i giornalisti per la pubblicazione di atti giudiziari coperti da segreto non viola il diritto alla libertà di stampa.