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Filippine, spari e fiamme in un resort: 36 morti. Il presidente: “Esclusa ipotesi terrorismo, una rapina finita male”

Un portavoce del presidente filippino Rodrigo Duterte ha precisato che l'irruzione sia stato un tentativo di rapina fallito e non un fatto ricollegabile allo Stato islamico, che tuttavia ha rivendicato l’azione

Terrore in un resort nelle Filippine, non lontano dall’aeroporto di Manila. Un uomo armato, la notte tra l’1 e il 2 giugno, ha fatto irruzione al Resorts World, dando il locale alle fiamme: 36 persone sono morte soffocate, e almeno 50 sono rimaste ferite. L’uomo aveva anche sparato alcuni colpi, ma nessuna delle vittime presentava ferite da arma da fuoco. Un portavoce del presidente filippino Rodrigo Duterte ha dichiarato che si crede che sia stato un tentativo di rapina fallito e non un fatto ricollegabile allo Stato islamico, come si pensava in un primo momento. Tuttavia lo Stato islamico ha rivendicato l’azione: lo riporta Site, portale che monitora il terrorismo islamico sul web. La polizia fa sapere di essere sulle tracce di un secondo uomo collegato alla strage.

L’attacco è avvenuto all’1.30 di notte ora locale, nel Resort World Manila (Rwm), “il più grande resort integrato delle Filippine”, che ospita un grande centro commerciale con cinema, ristoranti, bar e casinò che si trova a Newport City, nelle vicinanze dell’aeroporto internazionale Ninoy Aquino. Secondo una prima ricostruzione l’uomo ha fatto irruzione nel casinò sparando agli schermi televisivi della sala gioco e versando benzina sui tavoli. Il suo corpo è poi stato ritrovato all’alba nella stanza 510: l’uomo avrebbe dato fuoco alla coperta su cui era steso. L’unità di crisi della Farnesina è al lavoro, in stretto contatto con l’ambasciata, per verificare l’eventuale coinvolgimento di connazionali.

Gli impiegati della struttura riusciti a fuggire hanno riferito alla Cnn locale che un uomo armato, coperto da una maschera, è stato visto al secondo piano di uno degli hotel mentre sparava agli ospiti. Secondo l’emittente locale Radyo Inquirer, a fare irruzione sarebbero stati uomini pesantemente armati che indossavano cappucci neri. Media locali riferiscono che la struttura è in ‘lockdown’: agli ospiti e ai dipendenti è stato chiesto di lasciare l’edificio, alcune persone sono rimaste ferite nel tentativo di fuggire saltando dal secondo piano. Alcuni media locali hanno parlato di uno “straniero” con una notevole padronanza dell’inglese. Altri, basandosi sulle immagine diffuse dalle telecamere di sicurezza che lo mostrano vestito di nero e armato di fucile, hanno parlato di una fisionomia caucasica. Il capo del distretto meridionale della polizia di Manila, Tomas Apolinario ha fatto sapere che le forze dell’ordine stanno cercando una persona in connessione con l’attacco al resort di Manila, presumibilmente di nazionalità filippina.

Lo Stato islamico invece sostiene di conoscere l’identità dell’attentato: “Un combattente filippino dell’Isis, che riferisce da Marawi, dice che ‘i soldati lupi solitari del Califfo’ sono responsabili dell’attacco al Resort World Manila”. Lo scrive su Twitter Rita Katz, direttrice del sito che monitora il jihadismo sul web. Nella regione di Marawi negli ultimi giorni è stato schierato l’esercito contro i militanti legati allo Stato islamico. Da maggio l’esercito è impegnato in una battaglia contro i gruppi islamisti legati allo Stato islamico nell’isola di Mindanao e il presidente Rodrigo Duterte ha dichiarato la legge marziale nell’area. Tuttavia un portavoce del Presidente ha smentito l’ipotesi terrorismo, spiegando che si tratta di una rapita finita male.