Giustizia & Impunità

Caso Muraro, la procura di Roma ha chiuso l’inchiesta per reati ambientali

Il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il pm Alberto Galanti contestano all'ex asseessore cinque capi di imputazione tutti riguardanti il periodo in cui era consulente in Ama, l’azienda municipalizzata per l’ambiente, e configurano violazioni dell’articolo 256 comma 4 legge 2006

La Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta per reati ambientali a carico dell’ex assessore all’Ambiente della giunta Raggi, Paola Muraro. L’indagata rischia la citazione diretta a giudizio. Il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il pm Alberto Galanti le contestano cinque capi di imputazione tutti riguardanti il periodo in cui era consulente in Ama, l’azienda municipalizzata per l’ambiente, e configurano violazioni dell’articolo 256 comma 4 legge 2006, appunto i “reati ambientali”.

All’ex assessore, in particolare, vengono contestate presunte irregolarità avvenute negli impianti di Rocca Cencia e di via Salaria su cui aveva competenza. I reati ambientali contestati, se dimostrati, sono estinguibili attraverso il ricorso all’oblazione, rito alternativo al giudizio penale. Nei confronti dell’ex assessore resta aperto il filone in cui si ipotizza il reato di abuso d’ufficio.  “Non risulta da alcun precedente atto istruttorio una ipotesi di reato di abuso d’ufficio, ma solo di una mera contravvenzione di carattere ambientali” affermano in una nota gli avvocati Alessio Palladino e Daniele Ripamontil che comunicano, inoltre, “di non avere ancora ricevuto la notificazione di alcun atto e, rilevando con rammarico la conoscenza di atti giudiziari da parte della stampa prima degli aventi diritto”.