Cronaca

Sara Di Pietrantonio strangolata e data alle fiamme: l’ex fidanzato condannato all’ergastolo

Il gup Gaspare Sturzo ha accolto le richieste del pm: Paduano è stato ritenuto responsabile di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, stalking, distruzione di cadavere e incendio. La madre della vittima: "Lui non si è mai pentito"

Ha aggredito, tramortito, strangolato e dato alle fiamme la sua ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, 22 anni, il cui corpo è stato trovato semicarbonizzato in via della Magliana a Roma lo scorso 29 maggio. Un delitto aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi per il quale Vincenzo Paduano, reo confesso, è stato condannato all’ergastolo. La sentenza è stata emessa dal gup Gaspare Sturzo, che ha accolto interamente le richieste del pm Maria Gabriella Fazi. Paduano è stato ritenuto responsabile di omicidio volontario, stalking, distruzione di cadavere, danneggiamento ed incendio dell’automobile a bordo della quale viaggiava l’ex fidanzata.

L’imputato, ex guardia giurata, è stato condannato anche a versare ai genitori e ai parenti di Sara, sotto forma di provvisionale, 600mila euro. Il risarcimento danni sarà discusso in sede civile. Come beneficio aver scelto il rito abbreviato, Paduano ha ottenuto l’esclusione dall’isolamento diurno. Una sentenza “giusta e morale” per Concetta, la madre di Sara, che ha sottolineato come da parte di Paduano non ci sia stato “mai nessun pentimento, nella maniera più assoluta. È stato semplicemente costretto ad ammettere, davanti a prove evidenti, quello che era successo”. La madre della ragazza ha aggiunto poi che la sentenza costituisce un “primo gradino importante. Ho vissuto in apnea per circa un anno adesso una boccata d’aria fresca ma tornerò subito in apnea perché Sara non me la ridarà nessuno”.