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Brexit, la premier inglese Theresa May: “Elezioni anticipate l’8 giugno. Così divorzio dalla Ue sarà più efficace”

Secondo la leader conservatrice, che nei mesi scorsi aveva escluso la possibilità di un ritorno alle urne, ora la scelta si impone per far fronte al clima di "divisione" creato dalle opposizioni laburista, libdem e indipendentista scozzese che rischiano di indebolire il Paese nel negoziato con Bruxelles. I liberaldemocratici: "Occasione per far cambiare strada al paese". Il Labour: "Offriamo alternativa ai Tories"

La Gran Bretagna andrà ad elezioni anticipate il prossimo 8 giugno. E’ l’annuncio a sorpresa arrivato dalla premier britannica Theresa May, che ha parlato da Downing Street alle 11.15 ora locale, le 12.15 in Italia, al termine della riunione del Consiglio dei ministri. May nei mesi scorsi aveva ripetutamente escluso la possibilità di un ritorno alle urne. Ora però ritiene che questa decisione – pur presa “con riluttanza” – sia necessaria per “garantire certezza e stabilità negli anni a venire”, perché “il Paese vuole unirsi, ma Westminster si divide”. E il clima di “divisione” creato dalle opposizioni laburista, libdem e indipendentista scozzese rischia di indebolire il Regno Unito nel negoziato sul divorzio dall’Ue, che “è nell’interesse nazionale ma gli altri partiti si oppongono”, ha spiegato la premier.

“Il solo modo per avere successo e sostegno nei prossimi anni è andare alle elezioni, quindi domani presenterò una mozione alla Camera dei comuni per il voto l’8 giugno”. Chiamare gli inglesi alle urne servirà a “garantire certezza e stabilità negli anni a venire” e rendere l’uscita dall’Unione “più efficace”. Del resto in questo momento May può contare secondo i sondaggi sul netto vantaggio del suo Partito Conservatore rispetto all’opposizione laburista in grado sulla carta di rafforzarla nel cammino verso la Brexit. “Ogni voto per i conservatori – ha chiosato la premier – significa che potremo portare avanti il nostro programma e andare verso un futuro più sicuro”. Citando le attività “contro il governo” di laburisti, liberaldemocratici e indipendentisti scozzesi, May ha aggiunto che “se non ci saranno elezioni generali ora, il loro gioco politico continuerà”. Dopo l’annuncio, la sterlina si è rafforzata rispetto all’euro: il cambio è in calo dello -0,48% a 0,84323 euro per sterlina.

Il partito liberaldemocratico britannico, ridotto ai minimi termini alle elezione del 2015, ha subito accettato la sfida e si è impegnato a fare campagna “contro la disastrosa hard Brexit” imputata al governo Tory. “E’ l’occasione per far cambiare strada al paese”, twitta il leader dei Libdem, Tim Farron, invitando gli elettori a votare contro “l’uscita della Gran Bretagna dal mercato unico” europeo e per “un Paese aperto”, e sostenendo che il suo partito sia l’unico in grado di impedire “una maggioranza conservatrice” nel prossimo parlamento.

Anche il leader laburista Jeremy Corbyn si è detto favorevole alla richiesta di elezioni anticipate. “Accolgo con favore la decisione del primo ministro di dare al popolo britannico la possibilità di votare per un governo che metterà avanti gli interessi della maggioranza – ha detto il leader laburista – Il Labour offrirà al Paese un’alternativa efficace ad un governo che ha fallito nella ricostruzione dell’economia e che non ha mantenuto le promesse sugli standard di vita e sui dannosi tagli alle scuole ed al servizio sanitario nazionale”. Il Labour è quindi pronto a votare la mozione che sarà presentata domani alla Camera dei Comuni e già si lancia nella campagna elettorale.

“Lottiamo per la Scozia”, ha commentato invece la leader scozzese Nicola Sturgeon, che intende indire una seconda consultazione sull‘indipendenza da Londra. Per la ‘first minister’, May vuole portare la Gran Bretagna a destra. Non solo, i conservatori intendono anche “forzare il Paese attraverso una hard Brexit e imporre tagli maggiori”.