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Libia, nuovo naufragio: “Almeno 146 morti”. Unico superstite un 16enne: “Si è aggrappato a una tanica di benzina”

Secondo quanto ha reso noto l'Unhcr, l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati, è stato il giovane a raccontare l'accaduto una volta giunto a Lampedusa. Il ragazzo ha detto di essere partito insieme ad altre 146 persone da Sabratha, città costiera nominalmente sotto il controllo del governo di unità nazionale presieduto da Fayez Al Sarraj

“Centoquarantasei vittime. Almeno”. Sono i numeri di un nuovo naufragio avvenuto al largo delle coste della Libia. E’ il racconto fatto da quello che è probabilmente è l’unico sopravvissuto, un ragazzo di 16 anni originario del Gambia. Secondo quanto ha reso noto l’Unhcr, l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, è stato il giovane a raccontare l’accaduto una volta giunto a Lampedusa.

Il ragazzo ha detto di essere partito insieme ad altre 146 persone da Sabratha, città costiera nominalmente sotto il controllo del governo di unità nazionale presieduto da Fayez Al Sarraj, e che l’imbarcazione su cui viaggiavano avrebbe cominciato a imbarcare acqua dopo poche ore di navigazione. Il sedicenne è riuscito a sopravvivere aggrappandosi a una tanica di benzina, fino al salvataggio da parte di una nave spagnola che opera nell’ambito dell’Operazione Sophia, in seguito al quale è stato trasportato dalle unità della Guardia costiera italiana fino al porto di Lampedusa.

“Questa mattina a Lampedusa il nostro personale ha incontrato l’unico sopravvissuto di quest’imbarcazione che sarebbe naufragata con a bordo 147 persone, inclusi 5 bambini e diverse donne in stato di gravidanza”, ha raccontato Volker Türk, Assistente dell’Alto Commissario Unhcr per la Protezione. Se confermato, la nuova tragedia sarebbe avvenuta dopo che il 24 marzo l’ong spagnola Proactiva Open Arms, che aiuta nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo centrale, ha dato l’allarme sulla morte di oltre 240 persone in vari naufragi.

“Anche le ong – sottolinea Türk – stanno avendo un ruolo chiave nel salvataggio di vite umane, dal momento che contribuiscono con ulteriori e necessarie capacità di ricerca e soccorso. Nel 2016, il 26% di tutte le operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale sono state condotte dalle ong, più del doppio di quelle dell’anno precedente. L’aumento del numero di arrivi in Italia, con 23.085 persone arrivate ad oggi nel 2017, la peggiore qualità delle imbarcazioni impiegate dai trafficanti, inclusi gommoni estremamente fragili che non riescono a durare per tutta la traversata, rendono queste operazioni di ricerca e soccorso più necessarie che mai”.