Società

Da una lacrima sul viso ho capito perché è giusto che i negozi chiudano

Entro in un negozio.
Passeggio all’interno del negozio.
Osservo i prodotti esposti nel negozio.
Scoreggio, ma senza farmi sentire, nel negozio.
Vedo una lampada esposta nel negozio.
Confronto il prezzo della lampada esposta nel negozio con il prezzo di Amazon.
Amazon batte negozio: un euro in meno.
Cosa faccio?
Il plumone?
Va bene che lego i cani con le salsicce, ma anche se così non fosse, cosa ci farei con un euro in più?
Cosa cambierebbe nella mia vita con quell’eurino in più in tasca.
Inizio a fantasticare.
Immagino la mia vita con un euro in più in tasca e mi rendo conto che se domani avessi un euro in più la mia vita sarebbe identica a ieri, a oggi e a venerdì scorso che c’era ancora l’ora solare.
Alla fine decido: acquisto la lampada nel negozio.
L’accendiamo?
L’accendiamo.
Mi avvicino alla commessa del negozio.
M’illumino d’immenso.
Lei no.
“Vorrei quella lampada”, le faccio.
“Quante ne vuole?”, mi fa.
“Una”, le faccio.
“A”, fa lei.
“E I O U Y”, faccio io.
Nessuno ride, spero neanche voi che state leggendo questo post.
“Guardo se c’è in magazzino”, fa lei.
Tic tic tic tic tic [rumore di dita che cercano una lampada in magazzino].
Enorme suspansssss.
Sul monitor appare la scritta NO e PacMan che mangia un Calippo.
“Non le abbiamo in magazzino”, fa lei.
Una lacrima cola sul mio viso.
“Non faccia così”, fa lei.
Mi asciugo la lacrima sul viso.
Possiamo ordinarla“, fa lei.
La lacrima scompare e sul mio viso compare questo: ?
“La lampada sarà disponibile tra due o tre settimane“, fa lei.
“A”, faccio io, mentre sul mio viso compare questo: ?
“E I O U Y”, fa lei, ma non c’è più niente da fare.
Ci devo pensare“, faccio io.
Esco.
Asciugo la guancia bagnata, accendo lo smartfon e ordino la lampada su Amazon.
Arriverà domattina.