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Usa, Trump: “Immigrazione non è un diritto”. Merkel: “Proteggere i rifugiati”

Una visita all'insegna della tensione quella della cancelliera a Washington. "Non so che tipo di stampa lei legga, ma che io sia un isolazionista è una fake news!", ha risposto il presidente degli Stati Uniti a una giornalista tedesca che in conferenza stampa aveva fatto riferimento alle politiche protezionistiche annunciate dalla Casa Bianca. Il tycoon ha poi tentato di sciogliere la tensione con una battuta su Obama: "Io e Angela abbiamo una cosa in comune, ci spia entrambi"

I sorrisi dispensati in favore delle telecamere si sono dissolti in pochissimo tempo. Nonostante i ringraziamenti espressi dal padrone di casa e i riconoscimenti alla leadership tedesca – per esempio nell’impegno per la risoluzione del conflitto in Ucraina, nell’impegno in Afghanistan e per il contributo alle spese di difesa nella Nato – quella di Angela Merkel alla Casa Bianca è stata una vista all’insegna della tensione. “L’immigrazione è un privilegio, non un diritto”, ha detto Donald Trump nel corso della conferenza stampa con la cancelliera, il capo del governo di Berlino che nell’agosto 2015 aprì le porte della Germania ai profughi siriani. E che al presidente degli Stati Uniti ha replicato: “Dobbiamo proteggere i nostri confini ma dobbiamo anche guardare ai rifugiati che fuggono dalle guerre e dalla povertà”.

Il tradizionale punto con la stampa si è svolto in un clima di palpabile tensione. “Sono convinta che è meglio parlarsi l’uno con l’altro piuttosto che parlare gli uni degli altri”, le parole con cui la Merkel aveva provato a distendere il clima. Ma quando una giornalista tedesca ha fatto riferimento alle politiche economiche di stampo protezionistico annunciate dagli Stati Uniti, il padrone di casa si è irrigidito: “Non sono un isolazionista – ha risposto Trump – non so che tipo di stampa lei legga, ma che io sia un isolazionista è una fake news!”.

La tensione sulla questione era elevata perché, poche ore prima dell’inizio della visita, la ministra tedesca dell’economia Brigitte Zypries aveva minacciato un ricorso presso l’Organizzazione mondiale del commercio contro gli Stati Uniti se entrerà in vigore la “border tax” promessa dal presidente Usa. Zypries si riferiva in particolare alla tassa del 35% che Trump vorrebbe imporre alle auto prodotte in Messico, dove la Bmw intende costruire una nuova catena di montaggio per auto da esportare negli Usa. “Una delle opzioni – ha detto la ministra – è di fare ricorso contro di lui al Wto. E’ possibile perché gli accordi Wto stabiliscono con chiarezza che le tasse all’import sulle auto non possono superare il 2,5%“.

Anche Trump ha tentato di sciogliere la tensione con una battuta, ma senza riuscirci. “Almeno abbiamo qualcosa in comune, forse…”, ha detto il tycoon facendo riferimento all’accusa da lui stesso lanciata a Barack Obama di aver messo sotto controllo i telefoni della Trump Tower e la vicenda della National Security Agency che, durante l’amministrazione del suo predecessore, avrebbe spiato anche i telefoni della cancelliera tedesca. Ma la Merkel è rimasta impassibile.

Una tensione già avvertita nello Studio Ovale, prima del punto con i giornalisti. La visita nella sala di comando della White House era cominciata con Angela Merkel seduta e protesa verso il presidente per domandargli: “Ci stringiamo la mano?”. Un invito cui Trump, che aveva accolto la cancelliera sorridendo e con una rapida stretta di mano al suo arrivo alla Casa Bianca, non ha risposto. Il video ha fatto il giro del mondo.

Trump è tornato sulle accuse a Obama rispondendo a una domanda sui report giornalistici – rilanciati dal portavoce della Casa Bianca Sean Spicer – che parlano dei servizi segreti britannici dietro alle presunte intercettazioni della Trump Tower: “E’ l’opinione di un esperto di Fox News. Chiedete a Fox, non a me”, ha tagliato corto il presidente.

A far circolare il sospetto che Obama avesse usato gli 007 inglesi per spiare Trump era stato per primo l’ex giudice americano Andrew Napolitano, commentatore di Fox. Poi, ad avvalorarle, è intervenuto Spicer in persona. Il portavoce ha citato in particolare un’affermazione di Napolitano secondo cui “tre fonti d’intelligence hanno informato Fox News che il presidente Obama è andato al di fuori della catena di comando (per far controllare Trump) e non ha usato la Nsa, né la Cia, né l’Fbi o il Dipartimento di Giustizia, ma ha usato la Gchq”. Di qui la replica del portavoce del Government Communications Headquarters, L’agenzia governativa britannica che si occupa di sicurezza nell’ambito delle comunicazioni: “Le recenti accuse sono assurdità. Sono totalmente ridicole e dovrebbero essere ignorate”.

E’ la stessa Fox, in serata, a smentire il suo commentatore: “Fox News non è in grado di confermare i commenti del giudice Napolitano – ha detto uno degli anchor di punta dell’emittente, Shepart Smith – Fox News non è a conoscenza di alcuna prova di alcun tipo sul fatto che l’attuale presidente fosse in alcun momento, in alcun modo, sorvegliato. Punto e basta”.