Cronaca

Ponte crollato, le ipotesi degli esperti: trave non ha retto o problema di pressione idraulica ai macchinari

Secondo alcuni tecnici contattati dal fattoquotidiano.it quelli eseguiti sull'autostrada A14 erano "lavori di routine e interventi modesti". Qualcosa però è andato storto: l'infrastruttura potrebbe essere caduta perché ha ceduto il calcestruzzo di una trave pulvino. Oppure se i martinetti erano ancora in tensione, uno di questi può aver avuto un problema di pressione idraulica che ha fatto sbilanciare il ponte, provocandone il crollo

“Lavori di routine, interventi modesti”. Così vengono definite dagli esperti le operazioni nel corso delle quali è crollato il ponte sulla A14. “Qualcosa è andato storto”, aggiungono. Già, ma cosa? Perché la Delabech, azienda con sede a Roma alla quale Pavimental Spa – il ‘ramo’ di Autostrade impegnato nella manutenzione delle tratte viarie – ha concesso altri sette lavori in diverse parti d’Italia, è ritenuta una ditta ‘affidabile’ da chi lavora nel settore. E oltretutto, almeno stando alla prima ricostruzione, l’incidente è avvenuto dopo che le attività di sollevamento del cavalcavia erano state completate. “È quella la ‘fase’ più delicata – spiega un tecnico qualificato a ilfattoquotidiano.it – poi il ponte torna a essere in una situazione statica praticamente identica a quella naturale. In linea teorica, la fase di rischio è alle spalle. Ma può aver ceduto una trave provvisoria”. Per comprendere quindi quali siano le possibili cause del cedimento costato la vita a una coppia marchigiana, bisogna partire dall’inizio.

I lavori sulla Rimini-Porto Sant’Elpidio – Ovvero dai lavori lungo i 155 chilometri che corrono tra Rimini e Porto Sant’Elpidio, divisi in 7 lotti. Il tratto di A14 dove si è verificato l’incidente ricade nel lotto 6A, Ancona Sud-Galleria Corva, dove l’ampliamento è sostanzialmente terminato. I lavori odierni rientrano infatti in un pacchetto di manutenzione e adeguamento correlato. Pavimental – il cui socio di maggioranza è Atlantia della famiglia Benetton – era esecutrice per conto di Autostrade per l’Italia e ha affidato il lavoro alla Delabech. Si legge sul sito dell’azienda che Delabech progetta, produce e installa apparecchi di appoggio, isolatori antisismici e giunti di dilatazione, ma come apprende ilfattoquotidiano.it è “specializzata soprattutto nei sollevamenti delle impalcate”, i ponti appunto. Stando al suo portale, la Delabech si sta occupando del sollevamento di 300 ponti nel tratto autostradale Loreto-Porto S. Elpidio e dell’installazione sugli stessi di 1.500 metri di giunti di dilatazione.

Quando erano iniziati i lavori del ponte? – “Eravamo impegnati in lavori di manutenzione, con meno di dieci persone sul cantiere, ora mi faccia andare”, dice a ilfattoquotidiano.it il direttore tecnico dell’impresa Stefano Lazzerini. Il sollevamento del ponte e la sostituzione dei giunti sarebbe durato fino al prossimo 15 maggio. Lo si evince dall’ordinanza del Settore Viabilità della Provincia di Ancona con la quale lo scorso 28 febbraio è stata disposta la chiusura del ponte, lungo 50 metri, che fa parte della Strada Provinciale 10 Camerano-Loreto.

Cosa può essere successo? Autostrade: calcestruzzo non c’entra – L’operazione di sollevamento del cavalcavia avviene attraverso l’uso di martinetti idraulici, un’apposita macchina che sfruttando la pressione idraulica permette di alzare il ponte rispetto alla sua sede di appoggio naturale. “Nel corso di queste operazioni è necessario assicurarsi – spiegano due diversi esperti a ilfattoquotidiano.it – che la zona dove si sviluppa il maggior contrasto tra martinetto e ponte sia affidabile, magari il calcestruzzo in quel punto era un po’ ammalorato ed è venuto giù tutto”. Una possibilità da escludere, perché secondo Autostrade la vera e propria operazione di sollevamento “era terminata alle 11.30”.

Le altre due possibilità – Al momento del crollo, quindi, il ponte era già sistemato sulle piastre di acciaio, basse e tozze, che rappresentano il dispositivo di appoggio provvisorio fino al termine dei lavori e sono a loro volta poggiate sulle travi pulvino. “In questo caso, il ponte potrebbe essere caduto perché ha ceduto il calcestruzzo di una trave pulvino. Oppure, se i martinetti erano ancora in tensione, uno di questi può aver avuto un problema di pressione idraulica che ha fatto sbilanciare il ponte, provocandone la caduta”, aggiungono i tecnici. Nessuna di queste ipotesi, stando agli elementi raccolti finora può essere esclusa. Autostrade ha comunicato d’essere già al lavoro per comprendere “la dinamica dell’evento, partendo dai documenti progettuali elaborati dalla Delabech stessa”. La Procura di Ancona ha aperto un’inchiesta. L’ipotesi di reato è, al momento, di omicidio colposo plurimo.