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Breivik, “lo Stato non ha violato i suoi diritti”: ribaltata sentenza di primo grado

Un giudizio opposto rispetto a quello del 20 aprile 2016, quando la Corte di prima istanza si era a pronunciata a sorpresa contro lo Stato norvegese. L'estremista di destra nel 2011 uccise 77 persone nella strage di Utoya

Una sentenza della Corte d’Appello di Oslo che ribalta quanto deciso dai giudici di primo grado. E stabilisce che Anders Behring Breivik, il norvegese estremista di destra che nel 2011 uccise 77 persone nella strage di Utoya, non sta subendo durante la detenzione “trattamenti inumani e degradanti” in base alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo perché in isolamento totale da circa 5 anni. “La Corte è giunta alla conclusione che Anders Behring Breivik non è, e non è stato, sottoposto a tortura o trattamenti disumani o degradanti” durante la sua carcerazione in regime di isolamento, si legge nella sentenza. Un giudizio opposto rispetto a quello del 20 aprile 2016, quando la Corte di prima istanza si era a pronunciata a sorpresa contro lo Stato norvegese. Attraverso il suo legale, Breivik ha annunciato ricorso alla Corte Suprema norvegese.