Media & Regime

Radio 105, dopo Maionchi lascia anche Paragone: “Scaduto il contratto, il nuovo editore Mediaset non ha mai chiamato”

Il giornalista conduttore del programma, noto per affrontare la politica controcorrente, non ha mai avuto un confronto con la società di Silvio Berlusconi che ha comprato l'emittente dalla famiglia Hazan. L'unico contatto c'è stato quando "ci è stato impedito di intervistare Linus sul tema della concentrazione editoriale nelle radio". La sensazione di doversi omologare lo ha convinto ad andarsene

Gli appassionati di radio si saranno accorti che da una settimana sono sparite dai microfoni di Radio 105 e della trasmissione ‘Benvenuti nella Giungla‘ le voci dei due conduttori, Gianluigi Paragone e Mara Maionchi. Quello che poteva sembrare un semplice time-out è invece un addio definitivo, nonostante il programma in onda dalle 19 alle 21 avesse riscosso un grande successo di ascolti. Secondo alcune indiscrezioni, le motivazioni della rottura sono da ricondurre ai rapporti con il nuovo editore, Radio Mediaset, come conferma Paragone: “Non mi è mai stato concesso un confronto, anche dopo che è scaduto il mio contratto”. Uno dei pochi contatti “fu per impedirci di intervistare Linus sul tema della concentrazione editoriale nelle radio dopo l’arrivo di Mediaset”.

Visto il successo della trasmissione, la sensazione di Paragone è che la freddezza mostrata del nuovo editore nei confronti dei due conduttori sia frutto di una scelta editoriale. ‘Benvenuti nella giungla’, oltre a essere una trasmissione controcorrente era un programma di politica. Maionchi e Paragone non hanno mai nascosto la loro volontà di fuggire dall’omologazione, nonostante i temi trattati. Una scelta voluta e concordata con il precedente editore, Alberto Hazan, e probabilmente anche la chiave dei risultati positivi in termini di ascolti. Da quando però a inizio luglio è subentrata Radio Mediaset, agli occhi del giornalista qualcosa è cambiato.

Le indiscrezioni raccolte dal FattoQuotidiano.it raccontano di un disinteresse che ha portato Paragone a capire di non essere più gradito. Da qui la sua decisione, che ha seguito quella della Maionchi, di lasciare la trasmissione, in cui sono stati immediatamente sostituiti dal trio Ylenia, Gibba e Francesca Barra. La conferma di essere considerati “scomodi” sarebbe arrivata quando hanno deciso di invitare Pasquale Di Molfetta, alias Linus, per parlare di un tema sollevato dallo stesso conduttore radiofonico: la concentrazione editoriale nelle radio da quando Radio Mediaset ha riunito le partecipazioni in R101, Radio 105 e Virgin Radio. In quell’occasione, come ha confermato lo stesso Paragone, è arrivato lo stop dell’editore.

Ma non è stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quanto il fatto che non ci sia mai stata una vera discussione sui progetti futuri. Da quando nel secondo semestre del 2015 ‘Benvenuti nella Giungla’ aveva vinto il testa a testa negli ascolti con ‘La Zanzara‘ di Giuseppe Cruciani e David Parenzo, era diventata un punto di riferimento per quella che Paragone ha definito “la tribù che ci seguiva”. Nonostante questo, probabilmente ha prevalso quella che Paragone chiama “volontà di melassa” nell’informazione, cioè l’omologazione. Parlare di politica senza rimanere “nella Giungla” non era però una condizione accettabile per il giornalista che ha così deciso di lasciare.

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Mara Maionchi:
“In merito alle questioni sollevate da Gianluigi Paragone sulla fine del suo rapporto con Radio 105 come conduttore di Benvenuti della Giungla, mi sento di fare chiarezza definitivamente sulle ragioni che hanno allontanato me dalla stessa trasmissione. Come avevo già accennato nel post che ho scritto sul mio Facebook il 9 dicembre 2016, sono uscita dal team perché il lavoro di redazione che sta dietro un programma di attualità è tantissimo: riunioni, letture, aggiornamenti continui sono faticosi per chiunque, figuriamoci per me che non ho più 30 anni. Non ho mai subito alcuna pressione da Radio 105 e non solo perché non è nel loro stile ma soprattutto perché non lo avrei mai tollerato, né nella gestione Hazan né in quella Mediaset.
Per due anni ho macinato contenuti preparandomi a dovere per 5 giorni a settimana: due ore al giorno ogni sera mi hanno vincolato non poco, l’ho fatto con piacere e serietà e quando non ce l’ho fatta più ho detto basta. La Rete non ha voluto dare grandi spiegazioni all’inizio, prima pensando che ci avrei ripensato e dopo per tutelarmi in quanto “vecchia Signora” forse, ma tutti sanno che a me non interessa dipingermi per quello che non sono, quindi ribadisco che sono stata io, in autonomia e prima che scadesse il mio contratto, a scegliere di prendere una pausa dall’attività radiofonica e non rinnovare l’impegno.
Ho condiviso e continuo a condividere alcune delle idee di Gianluigi Paragone su molti dei malcostumi italiani ma io e lui non siamo una coppia né politica, né filosofica ,né professionale.
Lo stimo per preparazione ma le sue scelte professionali e le mie sono maturate in altre sedi, come penso lo dimostri il lungo distacco fra la mia scelta di lasciare e la sua (quasi due mesi).
Ringrazio di nuovo chi mi ha dato solo opportunità e nessun obbligo, il mio allora editore Hazan, i miei colleghi tutti, il nostro autore Sergio Bertolini e Gianluigi stesso che, se Dio vuole, fa tutto quello che vuole senza consultarmi prima. Come me, del resto”.