Politica

Sondaggi, Ixè: “M5S perde 2,3% in sette giorni. Pd primo partito”. Index Research: “Appaiati al 29%”

Secondo le intenzioni di voto rilevate dall'istituto per "Agorà", il Movimento 5 Stelle passa in una sola settimana dal 29,9% al 27,6%, complice la situazione del sindaco Raggi a Roma. Rilevazione Index per "Piazzapulita": il calo è dello 0,5%

Partito Democratico stabile, Movimento 5 Stelle in calo. E’ quanto emerge dagli ultimi sondaggi realizzati dagli istituti Ixè e Index Research. Lo stillicidio romano non è la sola ragione, ma pesa. E non poco. Vale 2,3 punti in meno in soli 7 giorni per lo schieramento pentastellato che, secondo le intenzioni di voto rilevate dall’istituto Ixè per Agorà, passa in una sola settimana dal 29,9% al 27,6%, “complice la situazione del sindaco Raggi a Roma”. Nel medesimo lasso di tempo il Pd perde lo 0,1% e rimane primo partito al 31%. La Lega Nord è al 13,3%, mentre Forza Italia si attesta al 12,5%.

Diversi i risultati della rilevazione condotte da Index Research per Piazzapulita: se il 2 febbraio il M5S riscuoteva nelle intenzioni di voto la fiducia del 29,5% degli italiani, sette giorni più tardi la percentuale è scesa al 29% (-0,5%). La stessa fatta registrare dallo schieramento democratico, che perde lo 0,1% rispetto alla settimana precedente.

Rimane stabile, secondo Ixè, la fiducia in Paolo Gentiloni: il premier mantiene il 33% di fiducia degli italiani, 6 punti in più rispetto a quella del suo esecutivo, che sale dal 26% al 27%. Matteo Renzi è al 30%, Salvini e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) al 23%, Grillo al 17%.

Per Index Research il presidente del Consiglio guadagna punti: se il 12 gennaio il capo del governo riscuoteva la fiducia del 33% degli italiani, al 9 febbraio la percentuale era salita al 35%. Perdono, invece, un punto Renzi (dal 30 al 29%) e Grillo (dal 26 al 25%). In lieve salita la leader di Fdi, dal 23 a l 24% e il segretario della Lega Nord (dal 23 al 24%).

Ixè ha sondato gli italiani anche sul tema di una eventuale uscita dall’euro: solo il 28% si dice favorevole al ritorno alla lira., mentre il 63% non rimpiange il “vecchio conio”. Inoltre, al 56% non piace che l’Italia sia “bacchettata” dall’Europa sui conti pubblici. Il 34%, al contrario, approva l’atteggiamento di Bruxelles.