Politica

Virginia Raggi indagata: la sindaca ha mentito, deve dimettersi

Cari amici 5Stelle, come avevamo facilmente intuito, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è indagata per falso e abuso d’ufficio in concorso con Raffaele Marra: insomma, la fretta di un nuovo codice etico era evidentemente rivolta a cercare di salvare la sindaca da doverose dimissioni.

Se dovessimo ricordare anche in questo caso che per i 5stelle della prima ora un avviso di garanzia e un’indagine corrispondeva a colpevolezza e quindi a immediate dimissioni da richiedere con i soliti modi, sarebbe troppo facile. Ma analizziamo con ordine la vicenda Raggi.

In 7 mesi è riuscita a battere ogni record, esistono circostanze di fatto che possono essere velocemente. La sindaca ha mentito numerose volte: ha mentito all’Autorità Anticorruzione, al suo Movimento e all’opinione pubblica. Ha mentito in maniera consapevole e con l’evidente scopo di nascondere la verità, e tutto sarebbe continuato nell’ombra se Raffaele Marra, suo braccio destro, non fosse stato arrestato per corruzione.

Qui potrebbe aprirsi il libro dei misteri ma soprattutto si aprono i messaggi della chat tra la sindaca e Marra. Ricordiamo la vicenda.

Nell’ottobre scorso, Renato Marra, fratello di Raffaele, viene trasferito dalla polizia municipale e nominato capo del Dipartimento del Turismo del Campidoglio. Il tutto viene fatto con una procedura di dubbia legittimità: tale trasferimento, infatti, doveva avvenire non a discrezione della sindaca ma con la procedura dell’interpello, ossia la richiesta di manifestazione di interesse con cui i singoli dirigenti concorrono all’assegnazione degli incarichi oggetto della rotazione e dunque con la valutazione comparata dei curriculum.

Oltre a ciò si aggiunge il conflitto d’interessi di Raffaele Marra: in qualità di Capo del Dipartimento del Personale, secondo quanto previsto anche dallo stesso regolamento del Campidoglio, doveva astenersi nella nomina del fratello. E di questi fatti la sindaca era a conoscenza, i messaggi delle chat fra la Raggi e Marra ne sono l’ulteriore prova. Ed ecco il punto. La Raggi non fa nulla per andare contro le palesi violazioni, anzi difende a spada tratta Marra. E lo fa davanti ai microfoni e con Grillo. Ed ecco quindi configurarsi la fattispecie criminosa dell’abuso d’ufficio.

Ma non basta.

Detto reato va ad aggiungersi alla contestazione del reato di falso contro la fede pubblica infatti la Raggi mette a verbale dell’Autorità anticorruzione del Comune che trasmetterà l’atto all’Anac di Cantone, di aver deciso tutto da sola senza il coinvolgimento di Marra. Insomma, la sindaca cerca addirittura di coprire Marra dal suo evidente e risaputo conflitto d’interesse. Questa falsità viene propinata dalla sindaca anche all’opinione pubblica diverse volte. Bugie, menzogne e falsità certificate.

Ma al di la dell’eventuale condanna la realtà politica è limpida e chiara: la Raggi ha mentito per coprire anche il suo braccio destro Marra. Il perché lo abbia fatto è tutto da capire.

Di certo tutto questo ora non l’avremmo saputo se Raffaele Marra non fosse stato arrestato. Questo è il punto. La Raggi ha negato e difeso Marra sino al suo arresto, questo deve essere giudicato politicamente. Le eventuali responsabilità penali le dovrà accertare la Magistratura ma la questione politica in capo ai 5stelle è enorme. Basta con le solite scuse che gli altri sono peggio e via discorrendo: la sindaca ha mentito a tutti e lo ha fatto per difendere il suo braccio destro, Marra, arrestato per corruzione e ora anche indagato in concorso per abuso d’ufficio. Questi sono i fatti per i quali a gran voce il Movimento 5stelle avrebbe chiesto le dimissioni se la sindaca fosse stata del Pd o di altro partito.

Ma con le imposizioni di Grillo e il divieto di parlare prima di essere autorizzati pochi potranno dire realmente quello che pensano. Il meglio deve ancora venire.