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Obama, l’ultima conferenza stampa: “A Trump ho detto che questo è un lavoro enorme e non si può fare da soli”

Il presidente uscente ha parlato dei consigli che ha voluto lasciare al suo successore, ma si è anche confrontato per l'ultima volta con i giornalisti rispetto ai temi di attualità. In primis i rapporti con la Russia: "Dovranno essere costruttivi. Ma con Vladimir Putin c'è stata un’escalation del sentimento antiamericano"

Nell’ultima conferenza stampa da presidente degli Stati Uniti, Barack Obama parla dopo otto anni alla guida della Casa Bianca e rivolge i suoi “tanti consigli” al successore Donald Trump. Ma “credo che fino a quando non si siederà dietro quella scrivania non capirà quanto questo è un lavoro enorme che non si può fare da soli“, ha detto Obama. Il suo discorso è passato dall’attualità, e quindi dalle motivazioni che lo hanno portato a concedere la grazia a Chelsea Manning, fino alle personali prospettive future: “Famiglia, scrittura e tranquillità” saranno le sue priorità. Un passaggio anche sulla Russia, con la quale secondo Obama serve “mantenere rapporti costruttivi”, e sulla situazione in Medio Oriente, per la quale si dice “significativamente preoccupato”.

“Bisogna affidarsi tantissimo a un team, al gabinetto, allo staff della Casa Bianca, anche a giovani 20-30enni che hanno competenze significative”, ha detto il presidente Obama parlando dei consigli lasciati a Trump. Non poter fare tutto da solo “è uno dei consigli più utili che gli ho dato, perché – ha spiegato – se lavori in modo isolato o ascolti solo persone che ti danno sempre ragione e se non hai creato una squadra, se non metti continuamente in discussione le tue visioni, inizi a fare sbagli”, ha ammonito. I rapporti con lui sono stati “cordiali – ha aggiunto Obama – gli ho offerto i miei consigli su temi sia nazionali sia internazionali”. “Sull’insediamento di Trump non voglio fare commenti, ma quello che posso dire è che alla cerimonia io e Michelle ci saremo”, ha chiarito il presidente uscente.

Obama però ha cominciato la sua ultima conferenza ringraziando la stampa perché “gli americani e la democrazia hanno bisogno della stampa”. Ha parlato poi dell’importanza della libertà di informazione e rivolgendosi ai giornalisti li ha esortati: “Continuate con la stessa tenacia. Avere voi in questo edificio ci ha fatto lavorare tutti meglio, perché la stampa è l’occhio critico su quelli che hanno il potere”. Poi gli stessi giornalisti lo hanno interpellato su uno dei temi attualmente più delicati in ambito internazionale: i rapporti con la Russia. “Intrattenere rapporti costruttivi è una priorità degli Stati Uniti ed è nell’interesse del mondo”, ha risposto Obama, specificando però come “con Vladimir Putin c’è stata un’escalation del sentimento anti-americano”.

Non solo, il presidente uscente ha aggiunto che gli Stati Uniti devono “difendere la propria visione del mondo e non possono accettare prepotenze nei confronti dei Paesi più piccoli”, facendo un chiaro riferimento alla Russia e alla Cina. Obama ha ammonito a non confondere il motivo per cui sono state imposte le sanzioni a Mosca per l’Ucraina con un’intera serie di altre questioni: “Le sanzioni sono state decise per la violazione della sovranità e dell’indipendenza ucraina”.  Sempre rimanendo in politica estera, ha poi confidato di continuare “a essere preoccupato per la questione israelo-palestinese. Continuo a credere che lo status quo sia insostenibile sia per Israele che per la Palestina che per la sicurezza e la stabilità di tutta la regione. E anche per la sicurezza degli Stati Uniti”. Il presidente uscente ha poi ribadito che a suo parere “l’unica strada percorribile è quella dei due Stati“, sottolineando però che “la pace non può essere imposta”.

Parlando invece delle questioni interne, Obama ha parlato della grazia concessa a Chelsea Manning. “Visto l’esito del processo – ha spiegato – Manning si è assunta la responsabilità del suo crimine e ha scontato una dura pena. Ma la sentenza è stata sproporzionata rispetto a quelle di altre persone che si sono macchiate degli stessi crimini”. Dunque “aveva un senso per me commutare la pena, che non è un’amnistia”. “E – ha aggiunto – sono fiducioso che sia stata fatta giustizia”. “Dobbiamo continuare a perseguire il giusto equilibrio tra trasparenza, democrazia e sicurezza nazionale. Perché ci sono molte persone che tramano contro di noi, che vogliono colpire il nostro sistema finanziario e compiere atti di terrorismo“, ha concluso Obama sulla vicenda Wikileaks.

“Abbiamo ancora molto da lavorare sulla questione razziale” anche se “la situazione è molto migliorata” e “la mia presidenza avrà aiutato un po’”, ha dichiarato Obama su uno degli argomenti che più ha contraddistinto la sua presidenza. “Sono convinto che i giovani avranno una situazione migliore – ha aggiunto – non ci sono più solo i bianchi e neri, ci sono gli ispanici e non solo. Oggi abbiamo una specie di minestrone di persone che arrivano da tutto il mondo e dobbiamo fare in modo che nella nostra società si faccia un lavoro migliore per il rispetto reciproco dei diritti basilari“. “Non potremmo essere più orgogliosi di quanto fatto per la comunità Lgbt“, ha poi detto rivendicando una delle rivoluzioni avvenute durante la sua presidenza, la legalizzazione dei matrimoni gay.

In conclusione Obama ha detto di volersi prendere una pausa dopo otto anni da presidente degli Stati Uniti: “rilassarsi, scrivere, stare tranquillo, non sentirmi troppo parlare e trascorrere tempo prezioso con mia moglie e le mie figlie”. Lo ha confessato nella sua ultima conferenza stampa, avvertendo però che farà sentire la sua voce ogni volta che “i valori fondamentali dell’America saranno messi in dubbio”. “Mi aspetto presidenti donne, latini, ebrei e hindu – ha dichiarato – ritengo che vedremo persone di merito di ogni razza, genere ed esperienza salire verso presidenza”. Ma tra queste non ci saranno le sue figlie: “Non intendono perseguire un futuro politico”, ha concluso Obama, sottolineando che Sasha e Malia sono rimaste deluse dalla vittoria di Trump, anche se “non si sono abbattute”.