Cronaca

Migranti, il sindaco di Alassio condannato per l’ordinanza razzista: “Devo tutelare i cittadini. Riproporrò l’ordinanza”

Da inizio luglio 2015 un’ordinanza del sindaco di Alassio Enzo Canepa vieta l’ingresso in paese alle persone provenienti da Africa, Asia e Sud America “sprovviste di un certificato medico che attesti l’assenza di malattie infettive”. “Fin dal primo momento insieme ad altri colleghi e associazione avevamo evidenziato i diversi profili di illegittimità di questa ordinanza. Non solo viene chiesto un certificato che non esiste – sottolinea Emilio Robotti, avvocato e segretario ligure dell’Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani – ma rivolge questa richiesta esclusivamente a persone di determinate provenienze, senza nessuna emergenza che giustifichi questi controlli.”
Per questo e altri motivi il 22 dicembre 2016, il Gip del Tribunale di Savona, ha notificato al sindaco di Alassio un decreto di condanna e una sanzione di 3.750 euro per discriminazione razziale.
Eppure, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti esprime la sua solidarietà al sindaco di Alassio Enzo Canepa, che intende impugnare la sentenza rivendicando che la sua ordinanza non avrebbe fondamenti razzisti: “Nel 2015 a Ventimiglia era scoppiato un casino dell’altro mondo, siamo un’importante meta turistica, la nostra è un’ordinanza con scopo preventivo, che ha come scopo la tutela del territorio, dei cittadini e dei turisti da chi viene per degradare il paese ed essere un’ipotetico veicolo di disturbi sanitari”.