Giustizia & Impunità

Roberta Ragusa, Logli condannato a 20 anni: “Fu lui a ucciderla e far scomparire il cadavere”. Avrà l’obbligo di dimora

L'uomo, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere, aveva scelto il rito abbreviato quindi ha beneficiato dello sconto di un terzo della pena (al termine di un rito ordinario, quindi, avrebbe preso 30 anni). La vittima è scomparsa quasi cinque anni fa dalla sua abitazione di Gello, nel Comune di San Giuliano Terme. L'imputato era stato prosciolto ma la Cassazione aveva annullato il verdetto

Il colpevole della scomparsa di Roberta Ragusa è il marito Antonio Logli: è il giudizio del tribunale di Pisa che lo ha condannato a 20 anni. L’uomo, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere, aveva scelto il rito abbreviato quindi ha beneficiato dello sconto di un terzo della pena (al termine di un rito ordinario, quindi, avrebbe preso 30 anni).

Roberta Ragusa è scomparsa quasi cinque anni fa dalla sua abitazione di Gello, nel Comune di San Giuliano Terme. Della donna non si è più saputo nulla dalla notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Secondo l’accusa, Logli la notte in cui scomparve la moglie fu scoperto al telefono con la sua amante (ora diventata compagna) e ne nacque un litigio sfociato poi in un omicidio e nella distruzione del cadavere di lei. L’uomo denunciò la scomparsa della moglie il giorno, raccontò di essere andato a dormire prima di lei e di essersi svegliato senza trovarla in casa. E invece,
hanno spiegato in aula i pm, “ben due testimoni lo videro fuori casa quella stessa notte e in orari diversi da quelli in cui lui disse di essersi addormentato”. Tesi contrastata dalla difesa, che ha definito “inattendibili” quei testi e ha chiesto l’assoluzione.

Al momento della sentenza, Logli non era in aula. La difesa ha sempre chiesto l’assoluzione perché l’imputato non ha commesso il fatto. Il gup Elsa Iadaresta ha disposto per Logli anche l’interdizione per sempre dalla potestà genitoriale, ma non ha accolto la richiesta del pubblico ministero di custodia cautelare in carcere per il rischio di reiterazione del reato e pericolo di fuga. Rischi non ravvisati dal tribunale che ha invece deciso per l’obbligo di dimora nei comuni di Pisa e San Giuliano.

Il processo davanti al gup ha fatto seguito alla decisione della Cassazione dello scorso 17 marzo che aveva annullato la sentenza di proscioglimento di Logli che era stata pronunciata dall’allora gup del Tribunale di Pisa, Giuseppe Laghezza, il 6 marzo 2015. La Suprema Corte aveva così accolto il ricorso della Procura di Pisa, disponendo una nuova udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario e distruzione di cadavere di Roberta Ragusa.