Società

‘La mafia uccide solo d’estate’, finisce la serie ma non l’indignazione

È andata in onda l’ultima puntata della fiction La mafia uccide solo d’estate e anche questa volta restiamo con un magone. Però che soddisfazione vedere una serie italiana, e sulla mafia, in cui i mafiosi non ne escono da “miti viventi” (o vissuti), in cui non sembrano degli affascinanti seduttori che usano il potere dell’intelletto per conquistare il mondo.

No, abbiamo visto storie di contrasti etici e di morale nei cuori dei protagonisti, abbiamo visto quella Palermo che sopravvive nonostante le etichette imposte per anni, quella Palermo che ha saputo dire “siamo questi” e vogliamo mantenere una dignità con le nostre scelte e il nostro comportamento.

È bello vedere Rai Uno premiata per una produzione (insieme a Wild Side) che ha fatto la differenza per sceneggiatura, per regia e per attitudine. Bravo Luca Ribuoli, bravo Pif, bravi Michele Astori e tutti gli altri (attori, tecnici, troupe ecc.). È bello ricevere messaggi costruttivi e chiari, di quelli che non devi decifrare ma che ti arrivano dritti al cuore. Storie semplici che si basano sull’amore quotidiano.

Eppure, ancora oggi, forse più di prima, viviamo un Paese strano. Una comunità sempre più densa di controsensi. Questo periodo storico è quello in cui ci rendiamo conto che 12 morti “nostri” sono molto più importanti di migliaia di morti – di cui centinaia di bambini – di quelli della lontana Siria. O perlomeno, questo è ciò che insegnano i media.

Aleppo, città che ho sentito nominare talmente poche volte negli ultimi 10 mesi ai Tg nazionali, forse per distrazione mia, forse perché vengo distratto dai nuovi ministri di cui siamo tutti fieri, finisce con l’essere distrutta sotto gli occhi di tutti mentre noi documentiamo con i nostri smartphone ogni minchiata ci capiti sotto tiro. Eppure ci piace mostrare sensibilità, dolore e condivisione di passione. Ma cosa cambia? Cosa facciamo concretamente?

A Palermo c’è la mafia. In giro per il mondo c’è l’Isis e in Germania c’è stato un attentato che da oggi giustificherà sempre più controlli per la nostra sicurezza. Tra Berlino e Aleppo ci sono circa 2.597 km. Berlino dista da Palermo 1600 km. Mentre tra Palermo e Aleppo 2114 km.

Quindi, certo, quei 12 morti sono parte dell’unione monetaria che è “più” vicina ai nostri cuori. Ora, mentre porgo il massimo del cordoglio alle famiglie di tutti indistintamente, rifletto.

Allora, restiamo comodamente dietro le tastiere e indigniamoci virtualmente. Così come ci commuoviamo alla fine di una serie televisiva attendendo con ansia la seconda stagione. Enrico Mentana, alcuni giorni fa, gridava a una studentessa di scendere in piazza a manifestare per i propri diritti ma la ragazza rispondeva: “Ormai non serve a nulla”. È questa inerzia ottenuta e vivente che rischia di condannarci al peggio.

Ne ‘La mafia uccide solo d’estate’ Lorenzo Giammarresi, alla fine, sceglie di tornare nella vecchia casa perché la sua coscienza è viva e non accetta lo schifo a cui ci vogliono abituare. E non solo, paga la scelta di aver testimoniato in merito omicidio di Boris Giuliano. Dunque: Tu che ne pensi? Cosa dovremmo fare?