Scienza

Henry Heimlich, morto il chirurgo statunitense. Inventò la manovra anti-soffocamento che salva ancora vite

Il medico aveva 96 anni. Nel giugno 1974 inventò la tecnica adottata poi da tantissime persone in tutto il mondo, che consiste nell'utilizzare le mani per esercitare una pressione sotto il diaframma, provocando così la compressione dei polmoni che a sua volta esercita una pressione su qualsiasi oggetto si trovi nella trachea fino a farlo sputare

La ‘manovra di Heimlich’, quella mossa che serve a evitare il soffocamento da ostruzione delle vie aree, ha salvato la vita a tantissime persone nel mondo, solo negli Stati Uniti dovrebbero essere più di 50 mila. Il suo inventore, il medico e chirurgo Henry Heimlich, è morto all’età di 96 anni. Nel giugno 1974 pubblicò le sue ricerche: una settimana più tardi il gestore di un ristorante utilizzò per la prima volta la tecnica con successo su una giovane cliente che stava morendo soffocata per un boccone di traverso.

Heimlich, nato a Wilmington nel 1920 da genitori ebrei, si è laureato alla prestigiosa Cornell University nel 1943, specializzandosi in chirurgia toracica. Quando elaborò la pratica delle spinte addominali come intervento d’emergenza nel soccorso di persone a rischio di soffocamento, era il primario di chirurgia presso il Jewish Hospital di Cincinnati, in Ohio. La ‘manovra di Hemlich’ consiste nell’utilizzare le mani per esercitare una pressione sotto il diaframma, provocando così la compressione dei polmoni che a sua volta esercita una pressione su qualsiasi oggetto si trovi nella trachea, fino a farlo sputare. La Croce Rossa statunitense adottò la tecnica di primo soccorso già nel 1976.

Heimlich ha personalmente usato la sua manovra in due occasioni: la prima, all’età di 80 anni, salvando il cliente di un ristorante, e la seconda, sempre con successo, nel maggio scorso su una residente della sua stessa casa di riposo a Cincinnati. Il medico statunitense è stato anche protagonista di alcune iniziative controverse come la ‘Malarioterapia‘, una tecnica da lui elaborata all’inizio degli anni ’80, in cui proponeva l’infezione deliberata di una forma benigna di malaria in una persona per curare il cancro e l’Aids. Attraverso l’istituto che portava il suo nome aveva anche condotto dei test in Etiopia, senza avere successo. Nel 2009 questi test sono stati fortemente criticati dalla Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. È stato infatti rilevato che la malaria aumenta la velocità di diffusione dell’Hiv.