Scuola

Miur, mistero sulla laurea di Valeria Fedeli. Adinolfi: “Il ministro mente, ha solo il diploma”

Polemiche intorno al titolo di studio del neo ministro, che sulla sua bio scrive di avere conseguito il diploma di laurea in Scienze Sociali. Attacchi anche dal mondo cattolico per la difesa della questione gender

Valeria Fedeli mente sul proprio titolo di studio, niente male per un neoministro all’Istruzione. Dichiara di essere “laureata in Scienze Sociali“, in realtà ha solo ottenuto il diploma alla Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano. Complimenti ministro, bel passo d’inizio”. Mario Adinolfi, giornalista e ideatore del movimento “No gender nelle scuole – Popolo della famiglia” accusa il neo ministro dell’Istruzione di avere mentito sul suo titolo di studio.

Nella sua bio scrive infatti: “Ho conseguito il diploma di laurea in Scienze Sociali, presso UNSAS“. Però, in una lettera pubblicata su Dagospia si legge: “Ma il diploma di laurea di scienze sociali non sarà istituito prima del 1998 (ma in via sperimentale a Trieste e Roma) e del 2000 quando la nostra era già segretaria nazionale del sindacato dei tessili“. Ma Repubblica pubblica la sua replica: “Diploma, non laurea. E da parte mia sempre attenzioni ai diritti e alla parità di genere“.

Gli attacchi al neoministro, poi, arrivano anche dal Popolo del Family Day che ha definito la sua nomina “una dichiarazione di guerra”, “una vendetta” dopo il loro esplicito ‘no’ al referendum e “una minaccia” per l’educazione dei figli. Il problema cruciale è la questione gender: “Questa scelta ha chiaramente i toni della provocazione, se non della vendetta, verso le Famiglie del Comitato per il No, colpevoli di aver vinto il referendum”, afferma Massimo Gandolfini, Presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli. Generazione Famiglia, che è la branca italiana di ‘Manif’, usa termini ancora più duri: è “una dichiarazione di guerra”, dice Filippo Savarese, lanciando la proposta di una manifestazione davanti al Miur. Toni più concilianti invece dal Forum Famiglie guidato da Gigi De Palo, che esprime la sua “disponibilità a collaborare” con il ministro. L’Agesc, l’associazione dei genitori delle scuole cattoliche, lancia invece un appello sul dossier paritarie. Esulta invece l’Arcigay che legge nella nomina un impegno del governo “contro le discriminazioni” a partire proprio dai banchi di scuola.