Politica

De Luca, gli espulsi dal Pd di Agropoli: “Mettemmo il naso negli affari del “campione delle clientele”, Franco Alfieri”

“Nel caso del sindaco di Agropoli Franco Alfieri, sono contento che quelle parole le abbia dette proprio Vincenzo De Luca. Se le avesse pronunciate un giornalista o un esponente della minoranza politica all’interno del partito, si sarebbe trovato querele e richieste risarcitorie. Ma non credo che Alfieri querelerà De Luca per avergli dato del “campione delle clientele””. A commentare l’ormai famoso audio del presidente campano, che in una riunione con 300 sindaci sulla campagna referendaria elogia quello di Agropoli per “meriti clientelari”, è Carmine Parisi, fino al 2012 militante dei Giovani Democratici nella cittadina in provincia di Salerno. “Fui sospeso dal Pd – spiega Parisi – a causa di un reportage pubblicato su un giornale locale (“Trasparenza & Legalità”, ndr) in cui ponevo dubbi sui potenziali conflitti di interesse di alcuni politici, imprenditori e titolari di ditte edili che lavoravano anche per il Comune guidato da Franco Alfieri. Ma non era una questione giudiziaria, non denunciavamo reati”. Oltre a Parisi, il provvedimento della commissione disciplinare del partito riguardava anche l’ex sindaco di Agropoli Antonio Domini. Che alle comunali di Agropoli del 2012, quando era nei Ds, sfidò Alfieri, candidato della Margherita e di un’ampia coalizione. “Quasi un partito della nazione“, spiega Domini. “Molti anni prima che ci arrivasse Renzi”. Alfieri vinse con il 92% dei voti. A Domini solo l’8%. “Numeri impossibili in un normale paese democratico”, commenta oggi Domini, ricordando di non aver mai ottenuto la tessera del Pd. “Avevo perso e stavo all’opposizione, ma per tesserarmi pretendevano che entrassi in maggioranza: non l’ho fatto. Alla fine, con la pubblicazione del reportage sui conflitti d’interesse intorno alla giunta, arrivò l’espulsione”. Sulle parole di De Luca non ha dubbi: “Agropoli era solo un esempio – spiega l’ex sindaco agropolese – ma il messaggio è rivolto a tutti i sindaci: ognuno deve portare i propri voti a seconda del territorio amministrato e se non porta quei voti non è più amico del governatore e dell’entourage”