Cronaca

Di Maio e la foto con Vassallo, accusato di traffico di rifiuti. Il silenzio degli M5s locali

Dopo un'iniziativa per il No a Cesa (Caserta), il vicepresidente della Camera è andato a cena al ristorante Zì Nicola, della famiglia del pentito già "ministro della monnezza" del clan Bidognetti. E la foto con il titolare, inquisito, innesca la polemica. La replica: "Mi ci hanno portato gli attivisti locali". Che raggiunti da ilfattoquotidiano.it rifiutano di spiegare la scelta del locale

“Non rilascio dichiarazioni”. Il candidato sindaco M5s di Cesa, il 39enne avvocato Raffaele Bencivenga, per il momento non spiega. Non aiuta a capire perché tra i ristoranti di un paese del casertano di 8800 abitanti, il consigliere comunale e gli altri militanti del territorio abbiano scelto proprio il ‘Zì Nicola’ di Salvatore Vassallo per portarci a cena il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio dopo una iniziativa referendaria per il No con la parlamentare Vilma Moronese e il consigliere regionale Vincenzo Viglione. Senza risposta la curiosità che sorge: i grillini di Cesa sapevano che Salvatore Vassallo è sotto processo per reati ambientali, nonché fratello del pentito Gaetano Vassallo, il “ministro dei rifiuti” del clan Bidognetti, l’imprenditore che ha svelato misteri e segreti dell’intombamento illegale della spazzatura nella Terra dei Fuochi, l’uomo con le sue rivelazioni mise nei guai l’ex sottosegretario Pdl Nicola Cosentino e che accusa anche il fratello Salvatore, con riferimenti precisi ai familiari, ai loro guadagni, chiamando in causa anche il ristorante ‘Zì Nicola’?

Se i grillini di Cesa sapevano, perché hanno portato Di Maio dal fratello di Vassallo, esponendolo al rischio che le foto insieme, esibite su Facebook da Salvatore Vassallo, aprissero la polemica di queste ore? Se non lo sapevano, come fanno politica su un territorio di cui non conoscono personaggi sulla bocca di tutti? “Io ho appreso la notizia dai giornali” ci dice via sms Viglione. Neanche lui può essere d’aiuto.

Il M5s è il primo a chiedere trasparenza alle forze politiche avversarie, su un territorio dove altre polemiche hanno investito la presenza alle iniziative referendarie del Pd di persone che insultano i magistrati della Dda, nonché familiari di boss del clan dei Casalesi, ma al momento l’unico che dice qualcosa sulla vicenda è Di Maio: “Sono stato a Cesa lo scorso 2 novembre per un incontro organizzato dagli attivisti del movimento sul No al Referendum – ha affermato in una nota – Dopo l’evento gli attivisti mi hanno portato a cena in un ristorante della zona. Non conoscevo i proprietari e come spesso accade mi hanno chiesto una foto. Avrò fatto centomila foto in questi anni. Non avevo idea di chi fossero. È una foto scattata prima di andare via. Io lotto tutti i giorni contro chi ha avvelenato la nostra terra e non voglio minimamente che una foto possa intaccare anni di battaglie. Il Movimento 5 stelle è in prima linea nella lotta alla criminalità. Io la camorra la voglio distruggere e non ho nessun contatto con queste persone”.

Se i diretti interessati non si espongono, l’episodio sta facendo molto discutere in rete. Sulla pagina del Movimento 5 stelle di Cesa l’attivista Nicola Tirozzi ha postato l’articolo de il Mattino, provocando una lunga serie di commenti. Sulla sua pagina ha poi spiegato: “Mi stupisco di tutto questo polverone, la notizia è falsa il giornalista ha detto un sacco di cazzate. Si è sognato tutto, bene denunciatelo”. Gli utenti online hanno opinioni diverse: “A Di Maio si può perdonare uno scatto, tuttavia, se ne faceva a meno era meglio”, ha scritto Raffaella D’Aniello. In tanti si lamentano della stampa che si occupa di questi temi: “A pro di che ti preme tanto riportare la notizia quando tutti sappiamo che Salvatore e Nicola sono semplicemente i proprietari del Ristorante?”, si legge nel commento a firma Gina Verde. Cesario Rino Villano invece ha difeso Salvatore Vassallo: “Salvatore è una bravissima persona e il problema e di chi non ha compreso di quanti sciacalli esistono in giro”.