Eco mobilità

Audi, spunta un altro dispositivo irregolare per il controllo delle emissioni

Secondo la testata tedesca Bild, l'ente regolatore californiano CARB avrebbe trovato su alcuni modelli recenti Audi un "cheat device" in grado di riconoscere le condizioni di test da laboratorio e diminuire di conseguenza le emissioni nocive. Non è lo stesso del Dieselgate, anche se il funzionamento sarebbe simile. Coinvolte sia auto diesel che benzina

Come riporta l’edizione domenicale della Bild am Sonntag, il California Air Resources Board (CARB) avrebbe scoperto su alcuni recenti modelli Audi la presenza di un dispositivo in grado di abbassare, in determinate condizioni, le emissioni di CO2.

Non si tratta dello stesso “defeat device” coinvolto nello scandalo Dieselgate del gruppo Volkswagen, bensì di un secondo software irregolare. Rispetto al primo, che operava manipolando le emissioni di Nox, quest’ultimo sembrerebbe riguardare anche motori a benzina e non solo a gasolio, venduti anche in Europa: potenzialmente sono coinvolte centinaia di migliaia di auto.

Il funzionamento è simile a quanto già visto, perché il software sarebbe in grado di riconoscere il contesto in cui opera l’auto, e “decidere” se si tratta di condizioni da test di laboratorio (nel qual caso scatterebbe la modalità basse emissioni) o reali.

Il parametro principale su cui si basa l’algoritmo “pirata” è l’angolo di sterzo. In condizioni di laboratorio questo è pari a zero, perché la vettura si trova su un rullo: in questo caso, il software attiverebbe una modalità di cambiata che produce minori quantità di diossido di carbonio rispetto alla guida normale. Se invece il volante viene orientato in qualsiasi direzione con un angolo superiore ai 15 gradi, il programma si disattiva automaticamente perché “riconosce” condizioni di guida non assimilabili a quelle dei test.

La CARB avrebbe scoperto il software incriminato “nascosto” nelle trasmissioni automatiche di alcune Audi (A8, A6, Q5) già quattro mesi fa, e secondo la Bild sarebbe stato installato su questi modelli almeno fino a maggio scorso, ovvero ben otto mesi dopo lo scoppio del caso Dieselgate.

Sempre secondo la testata tedesca, Audi avrebbe già sospeso dal lavoro alcuni degli ingegneri coinvolti nell’operazione. Ma la Bild cita anche un documento secondo cui il principale indiziato sarebbe Axel Eiser, attuale responsabile Powertrain del gruppo Volkswagen, che all’epoca dei fatti ricopriva ruoli chiave a Ingolstadt, quartier generale dell’Audi.